Articoli

Raccolta di articoli, opinioni, commenti, denunce, aneddoti e racconti, rilevati da diverse fonti informative.

Avvisi e Notizie

Calendario degli avvenimenti; agenda delle attività; episodi di cronaca, notizie ed informazioni varie.

Galleria

Scatti “amatoriali” per ricordare gli eventi più significativi. In risalto volti, paesaggi, panorami e monumenti.

Iniziative

Le attività in campo sociale, culturale e ricreativo ideate e realizzate dal Circolo “Palazzo Tenta 39” (e non solo).

Rubrica Meteo

Previsioni del tempo, ultim’ora meteo, articoli di curiosità ed approfondimento (a cura di Michele Gatta)

Home » A me (non) piace - L'opinione ..., Articoli

Ma che “Laceno d’oro” è?

02.08.2014, Articolo di Domenico Cambria (da “Il Quotidiano del Sud”)

«Oggi, ciò che si sta celebrando ad Avellino, è una farsa, e tra le peggiori, a danno della provincia, soprattutto del vero ”Laceno d’oro”».

Leggere, in questi giorni, del “Laceno d’oro”, per chi è di Laceno, vale a dire di Bagnoli, come chi ha il piacere di scrivere, che lo ha visto nascere e morire, e leggere che da qualche anno lo si sta organizzando ad Avellino, Atripalda, Borgo Ferrovia, presenti il suo assessore alla cultura Cignarella, quello alla Regione Sommese, i direttori artistici Spagnuolo e Marianna d’Onofrio ecc., stringe un po’ il cuore. Per non dire fa rabbia.

Stringe il cuore perché ricorda cosa è stato per davvero il “La.ceno d’oro”, e cosa è oggi, fuori non solo da un momento storico che non esiste più, inserito oggi in un ”Momento” assolutamente avulso dalla sua realtà, al solo scopo di fare camminare un fantasma. Fuori inoltre dalla sua sede storica, reale, quel Laceno, che in quegli anni il Sindaco di Bagnoli Tommaso Aulisa stava realizzando, intorno ad esso tutti gli avvenimenti che poi nacquero.

Questa l’avventura del “Laceno d’oro di un Sindaco e di un uomo dalle idee lungimiranti. Mirava lontano Tommaso. E centrava, realizzava, perché aveva dentro di sé un talento che pochi hanno: l’amore innanzitutto per il proprio paese, sognare di portarlo a livelli mondiali, poi la fattività. Via quindi alle prime casette tipo canadese(!), proprio come Pietro Paolo Parzanese consigliava già nel 1935 visitando Bagnoli, via i primi chalet, il terreno gratis per chi volesse costruire, presente allora solo “La Taverna Capozzi” di Aniello Capozzi, detto “ll lupo del Laceno”, unico luogo dove ci si poteva fermare per un caffè o altro. E lo stesso Aniello era proprio come Tommaso: un carattere ed una volontà di ferro.

Tommaso Aulisa e ”La Taverna Capozzi” furono i punti di partenza di un’avventura che avrebbe portato appresso a Bagnoli, Zavattini, Monicelli; Lizzani, Germi, Pontecorvo, Scilla Gibel, Modugno, Fierro, Wertmuller ecc., infine Pasolini nelle vesti di direttore artistico. Un sogno a pensarci bene. Un sogno verso il quale dobbiamo inchinarci e basta. Tommaso visse solo per il suo paese e per il “Laceno d’oro”.

Tra le amicizie, socialiste, come di sinistra era tutta l’impostazione della manifestazione, certamente Giacomo D’Onofrio e Camillo Marino, ai quali spiegò il suo progetto. In apparenza un sogno, l’idea di ispirarsi al neorealismo del cinema italiana, invece, la carta vincente.

“Ma dove andiamo?!”, si chiesero molti invitati, i primi anni, dinanzi ad una montagna ancora selvaggia che Tommaso stava addomesticando. “A fare cosa?!”. L’amicizia dei partecipanti con i noti due personaggi di Avellino, la ferrea volontà di Tommaso di sfondare, un luogo che lentamente cambiava aspetto sino a diventare quello che oggi è, convinse i primi, la manifestazione che anno dopo anno migliorava e vedeva sempre maggiori partecipazioni, accesero nei cuori degli invitati nel piacere di visitare l’Irpinia e quei monti che circondavano Laceno, sconosciuto anche alle carte geografiche. Un luogo che lentamente diventava magico, poi d’oro, se si pensi al diverbio avvenuto tra Aurelio Fierro e Modugno nel1967, uno paesano perché di Montella, l’altro all’apice del suo successo, a contendersi la chiusura del Festival.

Esisteva quindi Laceno e la sua montagna diventata d’oro, un incanto oggi a guardarla, ancora più bella di come le era negli anni 60, per quanto in questi anni è diventata bella, affascinante, proprio come una donna che hai da sempre sognato, oggi tra le tue mani, questo grazie certamente a Tommaso Aulisa e a D’Onofrio e Marino.

Esistevano registi come quelli citati, che oggi non ci sono più, esisteva il neorealismo. Questo il punto centrale di ogni cosa. Leggere oggi che si porta in giro il nome del Laceno, quindi del “Laceno d’oro” senza più nulla del passato, assolutamente nulla, neppure il luogo, il quadro e la cornice, da dove almeno i ricordi sarebbero serviti a fare rivivere la manifestazione, fa non solo male al cuore, ma fa rabbrividire per chi sa davvero cosa è stato il “Laoeno.d’oro”.

Oggi quello che si ha tra le mani è qualcosa che sa palesemente di falso, perché il “Laceno d’oro” è di Bagnoli, di Laceno, dei suoi monti, del suo lago, del suo cielo, che nessuno potrà mai negargli, il suo passato, la sua storia. Farlo altrove, e con l’arroganza attuale che ricopre i suoi organizzatori, chiusi tra quattro mura che non potranno in nessuna maniera sostituire l’oro del Laceno, sa ancora più di falso, perché cerca di mettere in evidenza qualcosa che non c’è, che non esiste, o di nascondere addirittura la sua vera storia.

Pertanto, oggi, ciò che si sta celebrando ad Avellino, è una farsa, e tra le peggiori, a danno della provincia, soprattutto del vero ”Laceno d’oro”.

                                                                                                       

Lascia un commento!

Devi essere logged in per lasciare un commento.