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1980-2014 – Anniversario del terremoto dell’ Irpinia

23.11.2014,  La riflessione e il video

Oggi  ricorre il XXXIV anniversario del terremoto del 1980. In altre circostanze abbiamo ricordato l’evento con il racconto,  la testimonianza e l’analisi di chi ha vissuto personalmente quel periodo.  Quest’anno diamo spazio alla riflessione di un giovane ventenne, “estraneo” a quel contesto («non sono i luoghi dove ho vissuto»), che invita tutti a voltare  pagina, non cancellando la memoria di quanto accaduto (ci mancherebbe!) ma semplicemente contestualizzandola …. “Il futuro che vogliamo costruire è in primo luogo una suggestione e le suggestioni si alimentano di parole, di convincimenti, di verità non ancora palesatesi che per rivelarsi necessitano di essere credute”.

A seguire un breve video realizzato dal network “Irpiniasanniotv” che in meno di 3 minuti ci racconta in maniera efficace la storia di quel tragico cataclisma.

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Il terremoto è preistoria: ho 21 anni e la mia Irpinia è un’altra cosa

Articolo di Andrea Fantucchio (dal sito www.orticalab.it)

Ci risiamo, il 23 novembre è alle porte: 34 anni fa, la terra tremò portandosi via più di 3000 anime. Un groppo al cuore, ma quella non è la mia Irpinia.

Questa la riflessione che facevo ieri dinanzi all’ennesimo video che ritraeva la nostra provincia falcidiata dal terremoto dell’80. Di fronte alla crudezza di quelle immagini mi sono inevitabilmente commosso, ma era quel genere di sofferenza che caratterizza eventi di cui hai assorbito la carica emotiva attraverso il sentito dire e non perché li hai vissuti in prima persona.

Quei luoghi distrutti e poi ricostruiti non erano i luoghi dove sono cresciuto. Quelle immagini si configurano, invece, come un monito necessario e perenne a non dimenticare ma anche, e questo non può passare in secondo piano, a guardare avanti. Proprio il guardare avanti è una lezione che nella nostra terra sembra non essere passata o essere passata solo a singhiozzo: è come se il terremoto non fosse mai passato, è come se l’eco di quella tragedia ci tenesse tutti prigionieri.

Ma questa non è più la provincia del terremoto.

Qui non si tratta di cancellare la memoria ma di contestualizzarla proprio come tale. Gli anni successivi all’80 sono la metafora di un’epoca che non ci appartiene più, che non ci può appartenere più. Nel passato possiamo e dobbiamo trovare insegnamenti utili ma non alibi o scuse nelle quali crogiolarci, o errori nei quali rifugiarci.

Se siamo tutti d’accordo sul fatto che questa terra si è già incamminata, seppur con ritardo e tra mille contraddizioni, sulla via di un futuro diverso, se siamo convinti del fatto che l’avvenire di questa provincia passa per un nuovo modello di progresso, se la sfida a cui l’Irpinia tende è quella di ricercare e trovare nei suoi paesaggi, nella sua storia, nei suoi borghi e nelle sue eccellenze produttive la grammatica di un progresso capace di incrociare e vincere la sfida della modernità, allora la narrazione che ci ha accompagnato in questi ultimi 34 anni, la narrazione della provincia del Terremoto diviene un ostacolo, qualcosa dalla quale siamo chiamati a rifuggire. Non per cancellare la memoria ma per dare a quel futuro le parole che non ha.

Perché quell’Irpinia che vogliamo costruire è in primo luogo una suggestione e le suggestioni si alimentano di parole, di convincimenti, di verità non ancora palesatesi che per rivelarsi necessitano di essere credute. E per quelli della mia generazione, più che per coloro che il terremoto lo hanno vissuto, per quelli che le macerie le hanno viste e tolte, questo è un diritto. Un diritto che ci dobbiamo prendere, senza mai smettere di ricordare quel che non abbiamo vissuto.

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IL VIDEO di Irpiniasanniotv

https://www.youtube.com/watch?v=nZdC-IZlN5U

 

                                                                                                       

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