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Il presunto peccato originale del Circolo

27.01.2015, Articolo di Mimmo Nigro (Rubrica “Ritorno al passato” da Fuori dalla Rete – Gennaio 2015, Anno IX, n.1)

Si è pensato di arricchire il giornale “Fuori dalla Rete” di alcuni contributi editoriali raccolti subito dopo la nascita di “PalazzoTenta39”. In questo numero proponiamo la lettura di un interessante articolo di Mimmo Nigro, tratto da “Fuori della Rete” del 4 maggio 2008.

All’interno di una qualsiasi comunità,  in un contesto di normalità sociale, costituire un’associazione avente per oggetto lo svolgimento di attività nel campo socio-culturale  rappresenta la prassi, la consuetudine, la NORMALITA’ COMPORTAMENTALE.

A Bagnoli la nascita del Circolo “Palazzo Tenta 39” ha invece generato umori e sentimenti spropositati e contrapposti: scompiglio, turbamento e fastidio in alcuni,  entusiasmo, speranza ed eccessive aspettative in altri. Il suo avvento ha stravolto e condizionato equilibri (anche politici), adulterato rapporti personali. Tanti ne parlano, e molti ne sparlano, quasi quotidianamente.

In realtà l’idea del circolo nasce, in origine, semplicemente dalla constatazione, e condivisione, di una situazione di degrado sociale e culturale assai dilagante, preoccupante. Il paese appariva, ed appare tutt’ora, lacerato al suo interno da tanti, troppi, atavici personalismi, diviso su ogni questione, costantemente disinformato dal patologico pettegolezzo di piazza; per tanti versi egoista, superbo e supponente. Ebbene, di fronte a questo scenario, alcuni cittadini hanno pensato, istintivamente, di rompere gli indugi ed agire, individuando nella costituzione di un’associazione trasversale – socialmente culturalmente e politicamente – lo strumento più adatto per tentare di uscire da tale torpore intellettuale e sociale.

Cosa viene rimproverato al Circolo? Qual è il suo peccato originale? I suoi tanti detrattori sostengono ripetutamente, e con insistenza, soprattutto due cose:

  1. Il progetto originario era la costruzione di un’associazione di AREA POLITICA, con un chiaro disegno strategico da contrapporre ai partiti legittimamente costituiti, alla preesistente classe dirigente;
  2. Il circolo nella fase costituente è stato furbescamente selettivo, elitario, escludendo “dal tavolo”, e senza alcuna valida motivazione,  tanti bravi e qualificati cittadini.

Ebbene, su entrambe le questioni si è tentato più volte di spiegare, motivare. Ci riproviamo.

Sulla prima contestazione (la creazione di un circolo di area, la “Margherita2 o Ulivo2” per intenderci) possiamo con certezza dire che il suo “tentativo di concepimento”  è antecedente alla idea del circolo culturale, e l’alcova – da quel che si sa e si racconta – è avvenuta in abitazioni private, con pochissimi interlocutori e forse anche con scarsa convinzione. Mai si è parlato di questo nelle tre riunioni costitutive del Circolo Palazzo Tenta, di fine settembre, del 16 ottobre e del 2 novembre 2007. Di fronte al deciso orientamento della maggioranza dei soci fondatori del Circolo, chi immaginava e sperava in qualcosa di diverso, pur disilluso, con senso di responsabilità e maturità ha poi deciso di condividere e sostenere questa nuova iniziativa. Ciò detto, quindi, dov’è il “peccato originale”? Si è trattato in realtà di due idee completamente diverse, discordanti se non proprio divergenti e sviluppate in momenti cronologicamente differenti. Il fatto che alcuni dei promotori sono poi presenti in entrambi i “progetti” non può, e non deve, rappresentare ragione di discredito, motivo di delegittimazione del Circolo.

In merito al secondo rilievo, si ripete quanto già detto verbalmente ad alcuni amici risentiti per l’accaduto. Gli inviti a suo tempo fatti sono stati occasionali,  forse anche improvvisati, determinati probabilmente soltanto da una epidermica condivisione “piazzaiola” sull’idea del Circolo. La partecipazione alla fase costituente di personalità politicamente e culturalmente eterogenee fra loro, è l’unica cosa veramente voluta, e  questo proprio allo scopo di disinnescare qualsiasi tentazione partitica, o di area politica, ancora eventualmente latente. Non esistevano, allora come oggi, liste di proscrizione!

Adesso però occorre voltare pagina. Non si può pretestuosamente, ossessivamente, ritornare sempre sugli stessi temi. Dobbiamo tutti dimostrare maggiore maturità e più senso comune. La domanda da porsi è la seguente: l’idea di uno spazio che favorisca la socializzazione, la formazione ed informazione, il confronto dialettico tra “diversi” è qualcosa di positivo o negativo per la nostra comunità? Se la risposta è affermativa (e su questo non ci possono essere tentennamenti), non lasciamo agli altri quello che crediamo e sentiamo di poter far meglio noi, diventiamo tutti insieme i veri protagonisti di questo “new deal”.

Bagnoli ha tante risorse e tante energie. Il Circolo finora è riuscito a farne emergere solo alcune. “Palazzo Tenta 39”, per vincere la propria scommessa, dovrà coinvolgere nel suo progetto chi finora ne è rimasto fuori. Non può permettersi di apparire di parte, faziosa. Dovrà aprirsi a quella parte della comunità che nutre ancora tante perplessità. E dovrà guadagnarsi la fiducia di tutti. Con umiltà, pazienza, tenacia, favorendo quel processo di riconciliazione, quel disgelo interpersonale che attenui, se non elimini del tutto, la rigidità temperamentale e caratteriale, oltre all’ostracismo culturale ed ideologico, che ha finora prodotto soltanto danni e macerie al nostro paese.

Le divisioni politiche, le contrapposizioni  sul piano delle proposte e dei progetti per il paese, dovranno emergere nelle sedi istituzionalmente idonee e competenti (i partiti, il consiglio comunale). E’ lì che dovranno confrontarsi, in modo chiaro e trasparente, i diversi modelli di sviluppo presentati alla comunità bagnolese. Il Circolo non può e non deve sostituirsi a loro! I suo compito è ben altro! E, con rigore e scrupolo, sta cercando di adempiere al meglio le proprie “statutarie” attività.

Non disperdiamo quindi le nostre preziose energie. Uniamo le forze, favoriamo l’aggregazione sociale, il confronto, la cultura del rispetto e della tolleranza per le altrui posizioni. Sembra poco, ma (visto i tempi) potrebbe rappresentare una vera … RIVOLUZIONE.

                                                                                                       

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