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Bagnoli, Di Lucia racconta: così il nostro “short film”

16.02.2015, Il Quotidiano del Sud

Si chiama “Junction” il film lanciato su Youtube lo scorso 8 febbraio, da un’idea di Davide Pellino del Collettivo “Pillola Rossa” di Avellino, un gruppo di ragazzi che hanno competenze artistiche, idee e interessi senza farlo cadere nel vuoto in cui sempre più spesso vengono riposte le speranze dei giovani irpini della crisi economica.

La pellicola “telematica” rientra nella categoria degli “short film”, a metà tra un corto e un lungometraggio. Abbiamo intervistato un giovane e promettente regista del film. E’ di Bagnoli ed il suo nome è Martin Di Lucia. Lo abbiamo raggiunto per fargli qalche domanda.

«Esattamente un anno fa sono stato contattato da Davide Pellino (un o degli autori e produttori del film), chiedendomi se fossi stato interessato a dirigere una storia scritta da lui insieme ad altri autori. La sceneggiatura mi è sembrata fin d subito molto complessa, il che ha rappresentato una bella sfida per me dirigerla, ma avevano già pronto un piano di produzione e lavorazione molto dettagliato, e ho capito che era un’ottima chance per confrontarmi con un testo non scritto da me e di poter lavorare con un team di persone dalle idee chiare e al contempo aperte a nuove interpretazioni e dall’attitudine al lavoro molto concreta.

Fare un film ha sempre un costo elevato, anche nelle autoproduzioni. Mi puoi spiegare come vi siete mossi e se avete avuto aiuti finanziari?

Gli autori hanno finanziato interamente di tasca propria la realizzazione del film senza alcun sponsor o inserimento di prodotti commerciali nel film, operazione molto in voga tra i videomaker di ultima generazione. Lavorare in ambito commerciale è già difficile di per se, pochi ci riescono e sono sottoposti a molti compromessi, non riuscendo ad esprimere la propria creatività fino in fondo. Mentre realizzare un prodotto meramente artistico diventa ancora più arduo, poichè nessuno è interessato a finanziare qualcosa che non è concepito per essere venduto, senza ritorno economico. Comunque il lavoro di scrittura, produzione e organizzazione di tutte le fasi di lavorazione, è stato altamente professionale e preciso, cosa che non si aspetterebbe in un progetto del genere. L’obiettivo di ognuno era quello di realizzare qualcosa che avesse valore innanzitutto per noi.

Fin da subito si nota la questione delle scelte, evidenziata dalla moneta bucata, quelle che possono cambiare la vita di una persona.  Ma oltre al caso, nel film si insiste sull’esistenza anche di un destino: potremmo dire che il film compie un percorso circolare, con due “io diversi” che si incontrano …

Questo è il punto che mi ha spinto ad accettare la regia del film ancor prima di conoscere tutti i punti della trama, la tematica della casualità, del “e se invece…”. Credo sia un interrogativo che accompagni ognuno di noi per tutta la vita, quello di chiederci come sarebbero andate le cose se avessimo compiuto una scelta piuttosto che un altro …».

                                                                                                       

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