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Moriremo tutti democristiani?

06.03.2015, La rubrica di Giovanni Nigro (da Fuori dalla Rete – Marzo 2015, Anno IX, n.2)

C’è chi dice …

… che moriremo tutti democristiani perché a ben vedere il Presidente della Repubblica è un frutto di un atto sessuale, con successivo parto nella quarta chiama delle elezioni, tra il Presidente del Consiglio Matteo Renzi “il Rottamatore” e un parte degli adepti di Silvio Berlusconi “il Condannato”. Dopo la confermata estinzione, in quella fine della Prima Repubblica, la Democrazia Cristiana ritorna dopo 40 anni, più forte che mai e non solo, riesce anche a non destare sospetti.

I sospetti erano già nell’area alla prima chiama per le elezioni del Capo dello Stato che hanno dato al mondo una Italia unita in quella “scheda bianca”, quasi a dire vogliamo arrivare per forza alla quarta giornata.I voti per Sergio Mattarella c’erano perché la “Balena bianca”, che era morta in un mare italiano anni fa, ha sempre chi sorride nel ricordare gli anni che sono stati definiti i più misteriosi e i più dubbiosi della storia italiana. Mattarella vince con 665 voti favorevoli e qualche chiamata di troppo. In tema di vecchia guardia il neo presidente, all’inizio della quarta giornata di votazioni con la carica già praticamente in tasca, ha telefonato ad un amico che oggi è sindaco del suo comune di nascita e che ancora oggi dall’alto di quel comune dirige l’orchestra sinfonica dell’Irpinia, della Campania e perché no di tutto lo stivale, Ciriaco De Mita. Tanto vicini i due che De Mita disse di Mattarella: «in confronto a lui, Arnaldo Forlani era un movimentista»; infatti, questa sua sobrietà, forse scelta da Renzi per non dar fastidio nel corso del suo operato e delle sue combutte con Berlusconi, ha riempito le pagine dei giornali parlando sempre e forse troppo della famosa Fiat Panda grigia che guida personalmente.

L’amico di De Mita e pezzo grosso della DC una cosa buona forse l’ha fatta: la Legge Mammì che inseriva delle norme nel mercato radiotelevisivo, di cui il gruppo Fininvest di Berlusconi ne faceva già da anni parte ed aveva una grossa influenza sugli italiani. Di questo Berlusconi non se ne è dimenticato e già dalle prime voci di corridoio si capisce il suo operato di dissociazione al voto a Sergio Mattarella. «Un democristiano di sinistra», come è stato definito da qualcuno, uno che sta bene con tutte le salse: Moderati, Cattolici, Democratici, Comunisti e Fascisti. A chi non va giù il neo Presidente della Repubblica è sicuramente il Movimento 5 Stelle, che è stato impassibile nel votare fino all’ultimo Ferdinando Imposimato. Qualcosa di sinistra deve pur averla, altrimenti come faceva Renzi a presentarlo, “chi vivrà vedrà”, ma non ci si può aspettare un colpo di stato da chi lo stato lo ha iniziato a governare e di certo non ci si può aspettare che il suo stipendio diminuisca da un giorno all’altro, anche perché se il presidente se lo dimezza il resto dovrà fare altrettanto e non è proprio il caso.

Quindi nella vecchiaia il Capo dello Stato non è uno sprovveduto e il suo discorso di insediamento accomuna tutti: belle parole e saluti e baci. Manca la commemorazione ad Andreotti perché avrebbe compromesso il partito di maggioranza che lo ha votato, manca il saluto a De Mita perché non aveva più inchiostro per scrivere e forse perché ha già cercato di indurlo a portare nel suo paese d’origine, Nusco, anche il Parlamento, tanto per spostare qualcosa.

Manca un bel po’ di cose che giorno dopo giorno in questo incarico Mattarella cercherà di ricordare e di non far dimenticare i 40 anni prima, quando lo scudo crociato era forte, strategico e anche un po’ insolente, quasi come un uomo che allunga le mani su una bella donna, su tutta l’Italia. A non mancare in questo mese di ricordi, democristiani e no, però sono stati i post su Twitter del Premier Renzi, che meno male sono massimo di 140 caratteri. Sperando quindi in un «arbitro», come ha ammesso di essere Mattarella, superpartes che farà del tutto per far giocare in maniera pulita e nel bel gioco i politici italiani che, fino ha prova contraria risiedono in un Parlamento che si trova a Roma e non altrove.

Ma se casomai si dovesse spostare questo Parlamento in una località altirpina e non solo lui, ma anche tutto il contorno che è esagerato anche per Obama che è  Presidente USA, forse allora ha ragione chi dice che per forza di cose moriremo tutti, nessuno escluso, democristiani. Qualcuno a questo punto scenderà in piazza con un cartello con su scritto: “non era meglio Berlusconi?”.

                                                                                                       

1 Commento »

  • Posizione scrive:

    quest’articolo lo leggo adesso.L’amico Giovanni,a cui và tutta la mia stima per la rubrica di cui si occupa,stavolta ha toppato alla grande!Tranne il primo rigo(di cui un mio parente mi faceva notare tanti anni fà),non scrive niente di vero(a parte la cronaca della nomina di Mattarella).NON è assolutamente vero che il suddetto va bene con tutte le salse,non con i comunisti e i fascisti almeno.NOn è vero che Berlusconi non l’abbia votato per la “fatua ” legge Mammì.Non è vero, e non è opinabile soprattutto che il Suddetto fosse un democristiano di sinistra.MIlita infatti in un partito di centro che fà politica di destra e non parliamo di quello che fece per la guerra nei Balcani.Nonostante ti ribadisco la mia stima e la mia simpatia per te,ti consiglio di documentarti meglio la prossima volta……..con affetto!!!

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