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Montella. Riscontrati cadmio e antimonio killer nel Calore

15.04.2015, Il Quotidiano del Sud (di Giancarlo Manzi)

Comitato Tutela Fiume Calore: «Classe dirigente cerca di nascondere la verità»

Il fiume Calore è inquinato. Lo dicono alcune analisi di una caratterizzazione ambientale fatta sulle acque sotterranee. Nel fiume Calore presenti cadmio (0,015 mg/l con valore limite 0,001) e antimonio (8,9ug/l su 5 di limite) in concentrazioni maggiori rispetto ai limiti consentiti dalla legge. Sono i rappresentanti del ‘Comitato Tutela Fiume Calore’ a rendere nota la situazione. Che già era abbastanza compromessa, visto che il fiume è ‘chiuso’ (cioè non sarebbero possibili attività ludiche né economiche) per via di un inquinamento batterico da salmonella.

«Perché, allora, non si è fatta mai un‘indagine epidemiologica sulla salmonella per risolvere una volta per tutte queste limitazioni imposte dalla provincia» chiede il comitato. Che paventa un sospetto verso la classe dirigente dei territori: «tenere nascosto sotto tappetini erbosi, (discariche comunali) lontano dalla vista dei cittadini che hanno posto in loro fiducia, sostanze velenose».

Infatti per i rappresentanti il punto è proprio questo: le analisi risalgono al 2008 e quindi gli enti di 2° livello che presenziano in tutte le conferenze di servizi e che dovrebbero perciò tutelare il fiume, ognuno con la propria competenza, cioè «ARPAC, ASL, Provincia, Regione, Comuni, Autorità di Bacino Liri–Garigliano a cui quasi sicuramente questi dati sono stati trasmessi, hanno fatto poco o nulla».

Il problema principale per il comitato è rappresentato dalle discariche di rifiuti presenti in alcuni dei comuni toccati dal fiume Calore, che ne provocherebbero l’inquinamento. E infatti, insistono: «La Regione l’anno scorso ha approvato con l’accelerazione della spesa alcuni finanziamenti di bonifica e messa in sicurezza, ma ben 7 anni dopo queste analisi. Perché? Intanto abbiamo i terreni a monte e a valle del fiume inquinati». Per i rappresentanti, quindi, «l’Arpac sa tutto. A questo punto gli enti sarebbero dovuti partire ognuno facendo la sua parte: ad esempio Arpac avrebbe dovuto monitorare, l’Asl valutare quale rischio si sarebbe potuto generare per una presenza del genere. Gli uffici regionali preposti avrebbero dovuto coordinare il tutto, ma evidentemente non lo hanno fatto. Qui c’è in ballo la salute delle persone».

Anche perché, inoltre, l’Italia paga all’Europa ben 46 milioni ogni sei mesi per tutti i siti inquinati non ancora bonificati: «E infatti il Ministero ha scritto alla Regione per dire: muovetevi, così potremo avere un diritto di rivalsa sulla UE. E poi vengono infatti previsti programmi–fotocopia per tutte le discariche, senza tener conto delle specificità di ognuna» dicono dal Comitato. Insomma, sarebbero proprio gli enti preposti al controllo e alla tutela a fare di tutto per nascondere i problemi, piuttosto che farli venire alla luce. Allo scopo, il Comitato Tutela Fiume Calore annuncia una conferenza stampa molto a breve, dove saranno presentati alcuni dossier, frutto dello studio di anni, sulle tematiche ambientali relative al fiume.

L’obiettivo primario: tutelare il territorio: «Perché farlo – concludono – significa anche tutelare le nostre eccellenze enogastronomiche, che dall’inquinamento del fiume non ne trarrebbero sicuramente un vantaggio». Come non ascoltarli?

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11.04.2015, Ottopagine.it (di Elisa Forte)

Calore inquinato da cadmio e antimonio

Pubblicati sui social network i risultati delle analisi di laboratorio su un campione di acqua.

Da un’analisi di laboratorio effettuata su un campione di acque superficiali e sotterranee del Fiume Calore si evince che il corso fluviale sia soggetto ad inquinamento. Il campione non risulta conforme alle disposizioni del decreto legislativo 156 del 2006, per le concentrazioni riscontrate negli elementi: antimonio, presente con una concentrazione di 8.9 mg/l (valore limite 5); e cadmio presente con una concentrazione di 0.015 mg/l (valore limite 0.001).

Una certificazione già pubblicata sul social network, che ha suscitato l’attenzione e l’indignazione di cittadini e comitati nati a difesa del corso fluviale irpino.

“L’inquinamento del fiume Calore non è da sottovalutare, perchè parliamo di sostanze cancerogene. Nessuno, oggi, può usufruire del fiume Calore e delle sue acque per via di un inquinamento batterico. Perchè, allora, non si è fatta mai un indagine epidemiologica sulla salmonella per risolvere una volta per tutte queste limitazioni imposte dalla Provincia? Forse perchè le sostanze inquinanti sono ben altre. Inquinanti che derivano da una cattiva gestione politica dei rifiuti. Forse perchè la classe dirigente vuole tenere nascosto sotto tappetini erbosi, (discariche comunali) lontano dalla vista dei cittadini che hanno posto in loro fiducia, sostanze Velenose” sollecitano gli attivisti.

“Come fanno le istituzioni a dare parere favorevole nelle conferenze di servizio quando c’è in gioco la difesa della salute dei cittadini la difesa dell’ambiente che ci circonda? Ricordo a tutti che ai responsabili di tali procedimenti li paghiamo, con i soldi nostri. Basta con le omissioni criminali”.

                                                                                                       

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