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“Profumo di provincia”, l’Irpinia di ieri nel racconto premiato a Bagnoli

05.11.2010, Il Corriere

E’ la memoria il filo conduttore del racconto di Rosaria Patrone “Profumo di provincia”, vincitrice del concorso letterario “Tartufo d’oro” promosso dall’assessorato comunale alla Cultura, guidato da Incoronata Vivolo, con il patrocinio della Presidenza della Repubblica Italiana. Un racconto che si fa spaccato della vita quotidiana della Bagnoli di ieri, la Bagnoli in cui proprio il tartufo cominciava ad affermarsi come ricchezza per eccellenza del territorio, in cui il centro dell’Alta Irpinia prendeva coscienza delle sue risorse e insieme viaggio nei ricordi legati alla propria infanzia.

In una lettera rivolta ad un misterioso amico americano, la narratrice rievoca gli anni dell’infanzia, contraddistinta dal sapore inconfondibile del tartufo, dalla compagnia dei cani a cui si affidava il padre, tra i primi cavatori bagnolesi, sorta di pioniere di quello che sarebbe diventato un mestiere diffuso quasi in ogni famiglia, e in fondo artefice del legame creatosi tra la protagonista e il prezioso tubero. L’abilità della Patrone è nella capacità di far rivivere una stagione che non c’è più, restituendo il senso di un paese, l’Italia e delle sue trasformazioni, dall’emigrazione che non risparmia neppure la famiglia della narratrice alla stagione del boom economico e delle tante speranze.

Malgrado l’inesorabile trascorrere del tempo, malgrado il passare di amore e passioni, a non essersi mai spento è proprio il vincolo profondo con quel misterioso frutto, che cresce sotto terra. Il sapore del tartufo è in fondo il sapore di ciò che non c’è più, parte integrante della sua stessa identità, il suo profumo è quello dell’Irpinia dei propri padri. Il tubero diventa in questo modo il pretesto per raccontare la storia di una famiglia. Poiché, ci ricorda Patrone, alcuni sapori e profumi restano fortemente radicati in noi per sempre, a dispetto di tutto e tutti e non ci lasciano mai.E così un pranzo con specialità a base di tartufo può significare molto di più di ciò che appare, può essere il tentativo di svelare il proprio mondo ad un amico.

La storia di Patrone, vicepresidente dell’associazione Giordano Bruno di Castelfranci, premiata con l’ambito trofeo “Tartufo d’oro”, a forma di tubero, realizzato dalla scultrice bagnolese Rachele Branca, è stata scelto tra le 34 opere giunte da ogni parte d’Italia. Secondi classificati, a pari merito, Alejandro Di Giovanni di Bagnoli irpino con il racconto “Echi” e Daniela Gregorini di Ponte Sasso di Fano (Pesaro-Urbino) con la novella “Amici del tartufo”. In terza posizione, invece, Cristiana Luongo di Castell’Alfero (Asti) con “Bobi e Bertu”, Luigi Bologna di Legnago (Verona) con “Margherita e il tartufo magico” e Martin Di Lucia di Bagnoli Irpino con il racconto “K”.

                                                                                                       

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