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Tutto il ROSA di Bagnoli!

16.05.2015, Editoriale di Giulio Tammaro (da “La Cal …zetta del Giro” di PT39)

Il Giro d’Italia, i suoi protagonisti e lo speciale feeling che lega la Corsa Rosa al Laceno.

Ci sono dei nomi che hanno lo stesso effetto travolgente del fuoco, accendono la mente all’istante e la aprono ai ricordi, nonostante abbiano lasciato soltanto un debole segno nella storia in questione. Stiamo parlando del Laceno, che nella storia centenaria del Giro d’Italia, ha ospitato tre arrivi di tappa e si appresta per la quarta volta accogliere la corsa rosa tra i suoi monti . Per la prima volta il lago non sarà teatro di un arrivo di tappa, il Giro attraverserà l’altopiano alla volta di Lioni e proseguirà fino a San Giorgio del Sannio.

Laceno ed il Giro d’Italia. La prima tappa terminata quassù, tra il piccolo lago e i boschi di faggio, si disputò nel lontano 1976 e a dispetto dei pronostici non fu molto selettiva, una ventina di corridori infatti si giocarono la vittoria allo sprint.

All’ultima scalata, quella che da Bagnoli tra abeti e faggi conduce oggi come allora all’altopiano, erano in tanti a inseguire la gloria, li spingeva una impressionante voglia di successo.

Eddy Merckx spingeva di spalle, impegnato fino allo stremo, Roger De Vlaeminck torceva buffamente il collo, mentre macinava pedalate, Felice Gimondi era l’unico a non perdere l’aplomb e come scriveva il grande Gianni Brera, sembrava il più bello.

Arrivati sul Laceno tutti si preparavano alla volata finale, il traguardo era ormai a portata di mano. Moser arrancava ormai lontano, vedendo svanire i sogni di gloria, Merchx continuava fino allo stremo a pedalare, per non cedere al ritorno di Gimondi, mentre De Vlaeminck si contraeva fino all’ultimo sforzo. E fu proprio il belga a trionfare, mentre la maglia Rosa passava dalle giovani spalle di Francesco  Moser a quelle più “anziane” di Felice Gimondi, che in quell’ anno vinceva il suo terzo e ultimo Giro.

E fu invece Moser in quella tappa, a legare al doppio filo, uno dei suoi aneddoti più esilaranti che la corsa rosa abbia mai conosciuto. “Lo Sceriffo”, come veniva soprannominato, aveva vinto la tappa a cronometro il giorno precedente a Ostuni, ma durante la cena post gara, qualcosa gli aveva disturbato lo stomaco. Il giorno successivo nella tappa che da Selva di Fasano conduceva a Lago Laceno, scivolò in fondo al gruppo, non riusciva più a resistere, finché decise che la soluzione migliore per risolvere il suo problema intestinale era farla nel cappellino e poi lanciarlo via il più lontano possibile. La “fortuna” volle che centrasse in pieno Patrick Sercu, nessuno voleva stare nella scia del belga, <vattene> gli gridavano, lui schizzo via, lo ripresero solo a tre chilometri dal traguardo.

Da quella storica tappa per Bagnoli, dovranno trascorrere 22 anni prima di ritornare protagonista ospitando un nuovo arrivo. È il 1998 , quando la carovana rosa ritorna su questi monti, con una tappa di tutt’ altro spessore: breve ma intensa, con due ascese ai monti Taburno e Teminio ad anticipare la salita finale.

La tappa, tutta in terra campana, partita da Maddaloni, vede fin dai primi chilometri diversi attacchi, ma il gruppo resta compatto fino all’ultima salita, grazie all’azione degli uomini Asics, i quali cercano di difendere la Maglia Rosa di Bartoli; ma appena la strada s’ impenna oltre Bagnoli, Pantani prova un primo attacco, Bartoli lo insegue ma senza successo.

Il “Pirata” di Cesenatico, sostenuto da una folla festante e migliaia di fans, che quasi lo sospingono fra i tornanti che “salgono” a Laceno, prova una seconda accelerata; ma stavolta il francese Luc Leblanc con non poche difficoltà riesce a stargli a ruota.

Dietro Zuelle, Gotti e Tonkov sono in seria difficoltà.

“L’occhialuto” dopo un primo momento di sbandamento ritrova lucidità e con un rapporto agile e una serie impressionante di pedalate riesce a riacchiappare il duo di testa. Nell’ultimo chilometro di salita, Zuelle accelera ancora e passa in testa, da li in poi, negli ultimi quattro chilometri tutti piani, per lo svizzero sarà una passeggiata, riuscendo a trionfare con un distacco di 24” sul terzetto inseguitore. Al “Pirata” , fallisce così il suo primo vero attacco al Giro, ma la sfida  a Zuelle e alla corsa Rosa è solo rimandata e chi credeva che l’occhialuto avrebbe vinto a mani basse sarà costretto ad arrendersi alla leggenda di Pantani, vincitore anche del Tour, per la   gioia dei suoi tanti fans anche in terra bagnolese.

Da quel tappone del 1998, il Laceno dovrà attendere altri 14 anni prima che il Giro ritorni su questi monti. È il 2012 quando la corsa rosa ritorna con una tappa indicativa per le sorti del giro. A differenza di quelle del 1976 e del 1998, con l’ottava tappa Sulmona-Lago Laceno il Giro tocca il suo punto più a sud dello stivale. A scapito dei pronostici che prevedevano una battaglia fra i favoriti per la vittoria finale, a vincere è Domenico Pozzovivo, “il piccolo gigante di Lago Laceno”, soprannome attribuitogli da Davide Cassan proprio al termine della tappa. Lo scalatore lucano, che conosceva questi monti a memoria per averci disputato la preparazione, è come Ulisse che abbatte i Ciclopi. Lo scalatore del sud, come il pirata nel 1998, appena lasciato il centro abitato salta sui pedali ed inizia a macinare chilometri. Fa i primi 500 metri in apnea poi giunto al primo tornante si siede in sella e con un andatura non proprio elegante ma assassina prende il passo e scava 40” sul gruppo. Arrivato al colle della Molella, a differenza del Pirata, che si fece superare da Zuelle, rilancia e percorre gli ultimi 4 km da solo al comando, assaporando il profumo della vittoria. Quella vittoria festeggiata con la mano destra che gesticola sopra il casco alla Giovinco: piccolo e bello.

Pozzovivo festeggia così la sua prima vittoria di tappa al Giro, il Laceno festeggia con un’ organizzazione perfetta e ventimila persone lungo il circuito ad incitare i ciclisti. L’organizzazione del Giro rimane entusiasta dell’accoglienza e la Gazzetta dello sport il giorno seguente titola:” la festa del sud” il suo pezzo sulla tappa.

Sono trascorsi appena tre anni da quella festa di colori ed emozioni tipica dei nostri luoghi ed il Laceno riaccoglie con entusiasmo il Giro, sperando che la corsa Rosa leghi sempre di più il suo nome a quello di questi luoghi   incantati ,  dal  passato   glorioso  e  in cerca di un futuro radioso!!!

Il Giro d’Italia, i suoi protagonisti e lo speciale feeling che lega la corsa rosa al Laceno.

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LE FOTO DEL 2015

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LA DEDICA DEI “TIFOSI BAGNOLESI” A POZZOVIVO

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La salita del Lago Laceno

A cura di Federico Lenzi e Giulio Tammaro (da “La Cal …zetta del Giro” di PT39)

Il Laceno riospita a distanza di tre anni il Giro d’Italia. Per la prima volta la corsa rosa non si fermerà, ma attraverserà l’altopiano in direzione Lioni; proseguendo poi fino a San Giorgio Del Sannio. Nonostante non sia un arrivo di tappa, molti appassionati  affolleranno i tornanti del Laceno per incitare da vicino i propri campioni. L’ascesa  che conduce a Laceno,  classificata come GPM1 potrà risultare un banco di prova per le salite più ardue.

La salita comincia a circa 745 mt slm, appena superato il campo sportivo di Bagnoli Irpino. Il primo tratto di circa 1 km, rappresenta di sicuro la parte più pendente dell’intera ascesa al Colle della Molella. La pendenza, compresa intorno al 9.4% di media, sarà addolcita sia dallo slancio del gruppo proveniente da una salita molto leggera, sia dalla breve durata.

Dopo qualche curva la pendenza comincerà a diminuire, mantenendosi costante e proseguendo su tratti rettilinei per circa 1-2 km. In questa fase che rappresenta il tratto di maggior velocità della salita, potranno esserci i primi allunghi in attesa dei 5 tornanti che conducono al Laceno.

Infatti, superato questo tratto intermedio, si giungerà nel vivo della salita, dove in alcuni punti la pendenza sfiorerà il 12%. Caratteristica della salita al lago Laceno è la possibilità di “respirare” che offrono i tornanti; infatti, fatta eccezione per l’ultimo, nei restanti quattro la pendenza calerà nettamente creando una sorta di “trampolino” verso le rampe più impegnative. Il tratto più faticoso è  quello compreso tra il 3° e il 4° tornante, dove la pendenza può far perdere secondi preziosi.    Superato l’ultimo tornante  la restante parte della provinciale che conduce verso il Colle Molella, è una veloce “passeggiata” in leggerissima salita. Ad essa seguirà l’ascesa finale: un dislivello di 500 m, dal quale si scenderà verso l’altopiano del Laceno.

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9° tappa Benevento San Giorgio del Sannio

A cura di Federico Lenzi e Giulio Tammaro (da “La Cal …zetta del Giro” di PT39)

Il “Giro d’Italia 2015” tocca il suo punto più meridionale con una nona tappa nel cuore della Campania, Benevento-San Giorgio del Sannio. La prima settimana si chiude con 215km estremamente nervosi, adatti a fughe sulla distanza: sia per la particolare altimetria e sia perché segue all’ascesa non indifferente di Campitello Matese.

È una tappa molto movimentata come dimostrano i 4000 metri di dislivello. La pianura è quasi del tutto assente sin dalla partenza. I Saliscendi iniziano da subito: si parte da Benevento, poi attraversati Pietralcina e Pescosannita, si  lascia momentaneamente il Sannio per inoltrarsi nella provincia d’Avellino. Superato l’hinterland avellinese si prosegue alla volta dell’Alta Irpinia, dove la tappa raggiungerà il clou con salite non proibitive come quelle alpine, ma alquanto impegnative per il caldo di questo periodo. Da Serino, parte la scalata al Monte Terminio, GPM di seconda categoria lungo (20km) ma relativamente agevole (4% di pendenza media, con una massima del 9%) che potrebbe favorire lo sviluppo di un eventuale attacco da lontano.

Il tempo per respirare, in ogni caso, è lungo quanto la discesa verso il convento di San Francesco a Folloni, dove inizia la seconda e più dura asperità di giornata: il Colle Molella, GPM di prima categoria con 9,5km a pendenza media del 6,3% e massima di 12%. Le due ascese centrali lasciano spazio ad una cinquantina di chilometri interlocutori, con diversi saliscendi difficili da interpretare, che conducono all’ultimo GPM di giornata, il Passo Serra (seconda categoria): 6,2km con pendenze poco proibitive, ma al suo termine mancheranno soltanto 12km al traguardo e la corsa potrebbe vedere anche dei capovolgimenti. La discesa seguente riporterà i corridori nella provincia di Benevento: ai piedi dello strappo finale che porta a San Giorgio del Sannio. Il comune del Sannio ospiterà per la prima volta il gran finale della tappa interamente dedicata all’Appennino.

IL PERCORSO

GPM COLLE MOLELLA (LACENO)

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LE FOTO DEL 2012

                                                                                                       

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