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La folla sceglie Barabba …

01.07.2015, La rubrica di Giovanni Nigro (da Fuori dalla Rete – Giugno 2015, Anno IX, n.4)

C’è chi dice…

… che il voto non serve a niente, anzi fa solo male al fegato per chi si incazza e bestemmia per il risultato. Non serve a niente se noi scegliamo che non deve servire il nostro voto, non serve a niente se noi scegliamo di votare chi non è adatto per questo mestiere, perché in fin dei conti in questo momento è un mestiere ed è il più pagato di tutti.

Forse sarebbe meglio pensare bene a per chi e per quale motivo si vota. Bastano anche pochi minuti della nostra vita per pensare e i luoghi dove pensare sono tanti: mentre si sta in bagno di solito vengono le migliori idee, mentre si scegliere cosa bere o mangiare nel frigo, appena ci mettiamo nel letto e persino durante un viaggio in macchina. Ce ne sono tanti altri di posti, ma già pensando in questi posti potrà illuminarsi la mente di chi non sa scegliere e di chi ha scelto non per suo volere. C’è chi sceglie non per suo volere, perché costretto da una sorta di patriottismo che durante la vita arriva solo 2, massimo 3, volte. Il patriottismo prima di tutto e contro tutto e tutti. Non ci sono santi che possono farti cambiare idea se hai deciso di portare avanti questa politica patriottica e molto meno complicata perché non hai scelta. Il problema è che si pensa che usando questo patriottismo possa cambiare qualcosa.

Il votante viene ammaliato dalle promesse e dalle favole di chi, insomma, ha bisogno di un voto e di una fiducia che è come la benzina per le automobili, serve per camminare e fare carriera. Il sistema l’ha creato, purtroppo, la fine delle ideologie partitiche ed anche il bacino di voti che uno porta. Il voto di scambio è un sistema molto democristiano che negli anni passati era l’arma principale per vincere le elezioni che in alcune terre è ancora in vigore. È in vigore perché per la maggior parte delle persone non conta dove ti schieri, ma basta che giochi questa partita e quindi la gente farà il tifo per te.

Chiudono i partiti, ma si aprono migliaia di comitati elettorali con i faccioni dei candidati in bella vista nelle città dove sono sicuri di avere qualche voto. Prima si votava il partito perché si era sicuri di avere tutti la stessa idea e la stessa voglia di fare, ma adesso in un unico partito, ammesso che esistono ancora e che si possono chiamare così, ci sono tante correnti. Ce lo insegna il Partito Democratico, in cui Matteo da Firenze era partito da una piccola corrente un po’ più al centro del partito ed è arrivato ad istituire quasi una religione: il renzismo. Non si può quindi pensare di votare più un simbolo, ma la persona senza pensare a dove è candidata se a destra o a sinistra non è importante.

Lo sanno bene anche a Nusco, dove il sindaco Ciriaco vince tutto e si prende tutto perché ha fatto immaginare al suo popolo che lui può. Può fare tutto: trasforma, ad esempio, l’acqua in vino come ha fatto uno più di duemila anni fa. Miracolo!

Pensare di votare uno perché pensa al bene del tuo paese è da egoisti, ma nemmeno tanto, forse è da visionari perché di certo chi viene candidato può fare quello che vuole; altrimenti ci vorrebbero 10 candidati per paese e ognuno promette, ad esempio, il rilancio del Laceno con i soldi delle seggiovie, oppure la rivisitazione del paese, ecc. Il popolo può fare quello che vuole perché ha facoltà di scegliere, ma senza accettare le parole senza filtrarle. Si sa che l’attenzione ai comizi è attiva solo i primi 20 minuti; in questi 20 minuti si ascolta, di solito, la storia politica del candidato. Si vede che allora agli italiani la storia non importa perché se uno ha una storia politica che va dove butta il vento, forse non è così affidabile.

Allora le orecchie servono solo per dividere il cervello. Gli occhi poi ci ingannano perché è facile tirare conclusioni a prima vista. Quindi votare è importante e si potrebbe usare uno slogan che si usa per l’alcol e per le sigarette: “Vota Responsabilmente” e cerchiamo di capire chi sono i buoni e chi i cattivi, ma facciamolo perché l’astensionismo è una malattia che non fa guarire il paese, ma gli accorcia sempre di più la vita. A tal proposito ha detto Roberto Benigni: «Andate sempre a votare. Chi non sceglie lascia il potere alla folla. La folla sceglie Barabba, sempre».

Barabba è il ladro ricordate…

                                                                                                       

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