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Un sindaco all’attacco

06.07.2015, Email di Nello Memoli

Approfitto  dell’occasione offertami dal sindaco con il comizio fiume tenuto domenica 28 giugno per fare delle brevi riflessioni e, alla fine, una proposta. Senza entrare troppo in merito alle argomentazioni espresse  nelle 16 cartelle  propinateci in una piazza non troppo gremita e con una platea alquanto distratta,  voglio focalizzare le mie osservazioni su due particolari che colgo nella loro anomalia:

1) il sindaco gioca continuamente all’attacco (come faceva da giovane sui campi di calcio); 2) ha poca visibilità fuori da Bagnoli (in linea con altri  sindaci della stessa area politica).

Da quanto si è insediato,  il sindaco sembra non perda occasione per provocare la minoranza consiliare oltre a sferrare  attacchi  frontali e  ad ampio raggio verso il PD,  verso il circolo Palazzo Tenta 39 e, più recentemente,  verso il suo ex vicesindaco. L’aggressione verso l’opposizione, meditata, studiata, diretta   e scandita in un monologo, probabilmente scritto a più mani, nasconde un complesso freudiano. Il sindaco ha bisogno di dimostrare la sua forza, come un erculeo i suoi muscoli, e gioca d’attacco. In questa sua frenesia di presenzialismo  mescola sacro e profano e, con la palese complicità di Don Stefano, riesce  a convogliare i riflettori  su di se anche durante la festa dell’Immacolata.

Tutta questa strategia non nasconde forse una fragilità di fondo? Invece di  spiegare cosa si sta facendo,  si incaponisce a ricordare cosa non è  stato fatto ( dagli altri ). Allora posso essere d’accordo sul fatto che chi riesce ad appaltare l’opera, magari con l’aiuto dell’onorevole di turno, ha tutto il merito di aver raggiunto l’obiettivo. Mi viene da pensare che se alcuni progetti ( il castello  Cavaniglia, la pavimentazione a largo castello solo per citarne alcuni ) nonostante concepiti e messi in cantiere in precedenza,  siano finanziati solo ora, il merito è suo  Di conseguenza nel  caso del finanziamento  delle funivie a Laceno si dovrebbe ragionare allo stesso  modo. Il finanziamento quindi  lo ha perso lui e se nel futuro dovesse riproporsi  e magari ottenersi sarebbe merito di chi l’avrà ottenuto.

Quanto all’attacco al PD, questo è ancora più subdolo. Lui che ha già avuto il sostegno ed i voti  di molti ex comunisti svuotando il PD in campagna elettorale, ora vuole ridimensionare anche quello che ne resta: un po’  troppo. Il PD di Bagnoli Irpino, nonostante una difficile campagna elettorale, è ancora il primo partito e bene farebbe il sindaco a ritenerlo un interlocutore qualificato  nelle scelte amministrative.

Anche l’avversione verso palazzo Tenta 39 è un segnale di debolezza. Se in qualche caso è sembrato che il circolo abbia  assunto un ruolo politico lo si deve al vuoto che hanno lasciato i partiti  di questo paese  e non certo ad un ipotetico progetto a favore di  qualcuno o contro  qualcun altro.

Della vicenda interna alla maggioranza non credo che ci sia altro da aggiungere.

Per quanto attiene al secondo punto è evidente che il nostro sindaco concentri tutta la sua attenzione alle questioni amministrative  interne. Negli enti locali sovracomunali siamo considerati come l’ultima ruota del carro pur essendo tra i pochi comuni a poter vantare una presenza turistica decorosa ed un territorio unico per ricchezze naturalistiche e non solo. Un esempio è la vicenda del servizio fotografico relativo alle bellezze irpine preparato per EXPO di Milano: non c’è una solo foto che riguarda il nostro territorio. Questo non è  certo colpa del sindaco,  ma lui dovrebbe battersi, nei luoghi di comando e di decisione, per ritagliare per sé un ruolo di importanza maggiore rispetto a quanto si è visto fino ad oggi e far si che il nostro paese assuma una posizione di rilievo e prioritaria quando si decide di turismo e di enogastronomia.   Insomma è necessario che il nostro sindaco diventi un po’ il promotore economico e finanziario dell’azienda Bagnoli.

Non sempre le posizioni  dei partiti e/o  delle associazioni sono convergenti  sulle problematiche comunali,  anzi  spesso sono contrastanti e/o per ragioni di consenso lo diventano. Sulle tematiche importanti che attengono al futuro dei nostri figli però non ci si dovrebbe dividere o quantomeno sarebbe necessario convenire una posizione, se pur mediata, ma comune. E’ chiaramente il caso del finanziamento dell’ammodernamento delle seggiovie: una opportunità immensa che potrebbe svanire. La proposta è politica e tecnica. Dal punto di vista politico il sindaco, pubblicamente, si faccia carico di nominare una commissione  permanente  con rappresentanti di maggioranza e minoranza che si occupi della questione “Giannoni”:  la commissione “Giannoni 2.0” .  Si rivalutino tutte le opere previste nella Convenzione  del 5 maggio 1973  stabilendo, una volta per tutte, se ci sono stati inadempimenti e  di che genere, verificando la legittimità degli atti autorizzativi che si sono succeduti negli anni. Solo dopo un’analisi serena e documentata nonché  coadiuvata dai legali del Comune e dal UTC,   la commissione potrà elaborare una proposta che dovrà  valutare anche la possibilità della risoluzione e disdetta della stessa  convenzione.   In questo modo,  se  ci fossero i presupposti, l’onere e la responsabilità nei confronti della popolazione potrebbe essere concordato e condiviso facendolo  ricadere non solo sulle spalle di pochi  amministratori.  Dal punto di vista più tecnic , tenuto conto della sentenza TAR n° 2038/2002 che ha rigettato il ricorso proposto dalla società “Ing. Marzio Giannoni e C. s.a.s.” e dell’appello della stessa al Consiglio di Stato la soluzione non può che passare per via giudiziaria.   Sapendo delle alte amicizie del sindaco, si potrebbe  far intervenire chi può per avere  in tempi brevi, compatibili con la giustizia italiana, la sentenza sul suddetto appello. In tal caso se i giudici non accogliessero il ricorso della società  “Ing. Marzio Giannoni e C. s.a.s.” , il sindaco e l’amministrazione avrebbero la strada spianata per poter riformulare, da una posizione di forz , la suddetta convezione. Nella malaugurata ipotesi invece di sentenza  negativa per il comune allora ci sarebbero i presupposti anche per convenire una transazione così come già ipotizzata più volte negli ultimi tempi.

Nel prosieguo, il sindaco su tutti gli altri argomenti continuerà ad amministrare Bagnoli nel modo che riterrà più opportuno , così come la minoranza in Consiglio, i partiti e  l’opinione pubblica  avranno il diritto-dovere di criticare, anche aspramente, l’operato che riterrà dannoso per  la nostra comunità.

Nello Memoli un iscritto al PD di Bagnoli Irpino

                                                                                                       

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