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Bagnoli, querelle sul Pip tra l’azienda Cappetta e il Comune

10.07.2015, Il Quotidiano del Sud (di Giancarlo Manzi)

Causa del contendere l’assegnazione delle aree. Ipotizzato grave conflitto d’interessi.

Polemiche sull’assegnazione dell’Area PIP. È la società Castagne Cappetta a sollevare un presunto conflitto di interessi venuto fuori durante la gara per l’affidamento delle aree. Ricapitoliamo. Prima di Natale 2014 vengono pubblicate le graduatorie. L’azienda bagnolese risulta seconda.  Quindi niente lotto.

A inizio marzo la Castagne Cappetta presenta ricorso al Presidente della Repubblica. Si chiede l’annullamento dei verbali della commissione giudicatrice e della graduatoria. In una nota l’azienda spiega le sue ragioni. erano vent’anni che aspettava, per la necessità di trasferire l’impianto in un’area più sicura. Obiettivo: «migliorare la viabilità, integrare la produzione con impianti all’avanguardia per trasformare e distribuire il prodotto in più canali del settore alimentare», tutto per «centralizzare e unificare la dislocazione dei reparti di lavorazione».

Parlando di «mala gestione», la Castagne Cappetta sottolinea i motivi per cui non ci sarebbe stata massima trasparenza: «Ci è stato attribuito un punteggio basso dovuto ad una valutazione per niente trasparente. Siamo infatti venuti a sapere che l’esperto esterno della commissione, incaricato per le valutazioni delle richieste, risulta essere il commercialista di una delle aziende partecipanti, perciò in strettissimi rapporti lavorativi. Un soggetto incompatibile a coprire l’incarico e con un chiaro conflitto d’interessi». Le accuse sono rivolte ad amministratori e funzionari, rei di «non essersi preoccupati di intervenire, date le evidenti irregolarità». Ma, al contrario, avendo «permesso volutamente che questa persona agevolasse una delle aziende partecipanti».

Da qui, il ricorso. Si parla inoltre, ed è la circostanza più grave, «di gravi presupposti che farebbero pensare a una gara pubblica pilotata». La Castagne Cappetta dichiara, indignata, di non avere più fiducia in un «sistema che riesce a curare i propri interessi con freddezza e metodi fraudolenti a discapito della comunità».

A causa di «condizioni precarie» dovute all’impossibilità di espandersi «rischiamo una riduzione significativa dello sviluppo». Le colpe per la Cappetta, sono di un «sistema politico da paesotto, con obiettivi a corto raggio. E a pagarne le spese non sono soltanto le aziende, ma anche le casse comunali». Concludendo: «Oggi siamo in una situazione di stallo che immobilizza soprattutto la nostra azienda in un periodo di forte crisi».

Il sindaco Filippo Nigro ne aveva parlato in piazza, spiegando: «Nel momento in cui non c’è un unico concorrente ma più di uno e, verificata la impossibilità di un accordo che potesse contemplare le esigenze di tutti perchè un concorrente è interessato esclusivamente a tutti i lotti», si fa la gara, secondo Nigro «affidata ad una commissione di tecnici comunali e ad un professionista esterno» a cui tutti «riconoscono serietà e professionalità», effettuata nella massima «trasparenza e regolarità». Aggiungendo che l’amministrazione si sta impegnando ad acquisire terreni comunali per mettere a disposizione altri lotti.

                                                                                                       

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