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Il 3 dicembre a Bagnoli l’incontro con il giornalista Rai Antonio Caprarica

03.12.2010, Appuntamenti

L’Associazione “I Presìdi del Libro dell’Alta Irpinia” ha organizzato per il 3 dicembre a Bagnoli Irpino, presso la Sala Consiliare ore 17.30, un incontro con il giornalista della RAI Antonio Caprarica per la presentazione del libro  “C’era una volta in Italia”. Modera il direttore di Buongiorno Irpinia Franco Genzale. Tra i relatori Antonio Guerriero, procuratore della Repubblica di Sant’Angelo dei Lombardi. All’iniziativa ha aderito il Circolo socio-culturale “Palazzo Tenta 39”  .

Irpinianews, Antonio Caprarica presenta il suo nuovo libro a Bagnoli, 01.12.2010

Comunicato stampa, I presìdi del Libro Alta Irpinia

Le foto

(a cura di Vincenzo Grieco, presidente Gruppo Giovani)

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04.12.2010, Ottopagine (Elisa Forte)

L’Unità d’Italia secondo Caprarica

«L’arretratezza del Mezzogiorno? Colpa delle classi dirigenti»

Antonio Caprarica incanta l’Alta Irpinia con la presentazione del suo ultimo libro “C’era una volta l’Italia. In viaggio fra patrioti, briganti e principesse nei giorni dell’unità”. Nome illustre del panorama giornalistico, e volto noto per l’ironia e il disincanto dei suoi racconti londinesi (e non solo), Caprarica si è rivelato un autentico “english man” che ha presentato il suo reportage giornalistico sul 150 esimo dell’unità d’Italia. Ad ascoltarlo, la dirigente scolastica Rosanna Repole (nella foto con il giornalista e scrittore, ospite all’Ic), e un pubblico attento e curioso composto da studenti, docenti e comuni cittadini presso l’auditorium dell’istituto comprensivo “V. Criscuoli” di Sant’Angelo.

L’evento è stato promosso dal presidio del libro dell’Alta Irpinia, di concerto con l’associazione “Officina Solidale” e una ricca rosa di partner, che ha accompagnato l’autore anche a Bagnoli Irpino. “C’era una volta l’Italia” non è stato presentato come un saggio storico, bensì come un racconto della quotidianità dei giorni in cui si costruiva l’unità, una ricostruzione della storia attraverso i titoli dei giornali, le discussioni dei salotti borghesi e le dicerie del popolo.

Nessuna versione revisionista della storia, nel suo racconto; al contrario Caprarica si è rivelato un attento difensore dell’unità nazionale, che deve essere preservata a tutti i costi come simbolo di ricchezza. Variegate le tematiche proposte dai ragazzi, dal federalismo fiscale, alla questione rifiuti, alla questione meridionale sempre in auge. Interessante il carteggio emerso paragonando la chiave di lettura proposta da un altro giornalista, Pino Aprile, che presenterà questa mattina nell’aula magna del liceo “F. De Sanctis”, il suo libro “Terroni.

Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del sud diventassero meridionali”, con il quale Caprarica si è detto contrariato e in disaccordo. “Siamo una nazione giovane, e i problemi derivano dal fatto che non si è sviluppato in modo sufficiente il rispetto della collettività e dell’identità nazionale rispetto agli altri paesi europei. Viviamo in un mondo senza frontiere e oggi ho ritenuto necessario rinvigorire il senso dell’identità nazionale. La parola patria ha avuto una scarsa fortuna negli ultimi 50 anni, perché è stata adoperata per la retorica dell’impero.

L’Italia soffre di scarsa memoria, per questo ho scritto questo libro. Dissento da Pino Aprile, che dice che la patria non c’è. Esiste un fenomeno speculare fra il nord e il sud del paese: il nord crede che il Mezzogiorno sia un peso per lo sviluppo della nazione,e a sud si crede che ognuno debba andare per i fatti suoi. Si parla di reazioni neoborboniche, ma pochi sanno che il regime borbonico era repressivo e arretrato rispetto alle altre monarchie europee. Fernando II era soprannominato “re bomba”, e la gestione dei rapporti politici non era compensata da una buona politica di sviluppo. In riferimento alla ferrovia, Aprile dice che a sud è stata costruita la prima ferrovia d’Italia, ma era lunga otto chilometri, ed è rimasta così”.

Il Mezzogiorno, seguendo il racconto di Caprarica, negli anni antecedenti l’unità, era connotato da povertà e arretratezza, e il progetto di costruire una nazione non nasceva da prospettive economiche inglesi (come sostiene Aprile) e depredando le casse meridionali, ma doveva essere un appuntamento con lo sviluppo. “Se il sud è povero e arretrato è colpa del fallimento delle classi dirigenti. Le ipotesi di scissione fra nord e sud prendono il sopravvento, ma non lasciamo che si scelga fra un grande paese e la terra di topolino”. Cosa la spinge a vivere a Londra? “The rule of law. Quando il governo della legge sarà la base per la convivenza civile, allora anche io preferirò vivere in Italia”.

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Presentazione (di Maria Stanco)

Cosa sono i presidi del libro?

I presidi del libro nascono nel 2001 su iniziativa di molte delle principali case editrici italiane: Adda, Besa, B. A. Graphis, Cacucci, Dedalo, Editori Laterza, Manni, Progedit. L’idea di base è quella di diffondere la cultura della lettura a quante più persone possibile, coinvolgendo anche chi non è solitamente avvezzo a questa pratica. Il Presidio viene ad essere un grosso mezzo di informazione e di diffusione della cultura, per cui il luogo di presentazione del libro diverrebbe un vero e proprio centro culturale, luogo di incontro per scambi di opinione e crescita intellettuale.

Come opera un Presidio?

Operano attraverso gruppi di lettura ai quali partecipano persone di età diverse, diversa provenienza sociale e formazione culturale; promuovono progetti di lettura che coinvolgono enti locali, imprese e associazioni, infine, stimolano l’apertura di nuove biblioteche, centri culturali e la formazione di personale specializzato.

Queste associazioni si consolidano organizzando manifestazioni culturali, eventi e mostre il cui filo conduttore sia la lettura e il libro costituendo, inoltre, uno strumento di opinione attirando mezzi di comunicazione tanto locali quanto nazionali.

E’ proprio Laterza, uno degli editori che principalmente si è impegnato nella creazione del progetto che ce ne fornisce una visione: Sono gruppi di persone che si riuniscono per parlare dei libri che hanno letto. In queste occasioni di scambio culturale, però, non è necessario analizzare il testo dal punto di vista critico; ci si può limitare a partire dal tema di un’opera, per poi far fiorire una discussione appassionante che riguarda la quotidianità o anche i nostri sentimenti”.

Quale impatto può avere il Presidio sul territorio?

In un Paese come l’Italia in cui si legge il Presidio del libro serve la causa dello sviluppo culturale che statisticamente è molto legato a quello economico. Leggere libri non è una conseguenza dell’avere un reddito medio-alto, spesso ne è anche la causa.  Leggere sviluppa la fantasia, l’ingegno, tiene allenata la mente per queste ragioni è importante, inoltre, sdoganare la lettura dalla semplice dimensione scolastica coinvolgendo anche i più piccoli nei progetti del Presidio.

Se è vero che in Italia si legge poco è altresì accertato che esiste uno zoccolo duro fatto da giovani, professionisti, casalinghe, studenti che sono affezionati lettori e frequentatori di librerie e biblioteche. E’ da qui che bisognerà partite per trasformare il Presidio in uno strumento di diffusione della cultura che sia da stimolo alla discussione e al confronto. Non si tratta solo di leggere o di parlare di un libro in particolare, il testo è solo l’inizio, l’intento è quello di affrontare argomenti di attualità o legati alla quotidianità creando un dibattito.

Cosa si propone di fare il Presidio del Libro nell’Alta Irpinia?

L’idea di fondare un Presidio del Libro anche in Alta Irpinia nasce dalla convinzione che il nostro sia un territorio ricco di potenzialità ma con la necessità di essere stimolato culturalmente.  In Irpinia si legge poco, i giovani leggono ancor meno.

Sul territorio ci sono poco librerie e l’emergenza delle tante biblioteche oramai in disuso che stanno per chiudere è sempre più allarmante. Il Presidio nasce per compensare l’assenza di quelle strutture atte a favorire lo sviluppo della lettura, sarà un modo per far avvicinare il lettore allo scrittore, mira, in pratica, a rompere le classiche barriere che esistono tra chi scrive e chi legge unendo gli interessati e organizzando una rete nazionale che coinvolga gente comune e istituzioni.

Il progetto si svilupperà essenzialmente attraverso una serie di incontri con autori di prestigio nazionale che verranno invitati a presentare i propri libri e nel contempo ad animare un dibattito che toccherà i vari ambiti della vita culturale, sociale e politica del nostro contesto.

Associare il lavoro del Presidio a quello della scuola è la novità oltre che la cosa più interessante che l’associazione si appresta a fare. La lettura è un passatempo da coltivare da bambini ed avvicinare i più piccoli ad un libro, proponendolo non solo come mezzo di studio ma anche e soprattutto come momento di svago, può essere la chiave per far si che diventino da adulti degli appassionati lettori.

Elenco di seguito i prossimi appuntamenti che il Presidio del Libro dell’Alta Irpinia ha organizzato:

–         19 novembre, Prof. Gianfranco Pasquino presenterà presso la Sala consiliare di Lioni  il suo ultimo lavoro “Le parole della Politica”.

–         Il 3 Dicembre, il giornalista rai Antonio Caprarica presenterà “C’era una volta in Italia” presso la Sala Consiliare  di Bagnoli Irpino

–         Il 4 dicembre, Pino Aprile presenterà presso il Liceo Scientifico De Sanctis il suo “Terroni”.


                                                                                                       

1 Commento »

  • giuseppina di crescenzo scrive:

    ‎”Ovunque io vada nel mondo, vedo giovani e vecchi, ricchi e poveri, immersi nella lettura di libri. Sia che i lettori siano impegnati nel sacro o profano, essi sono, per una volta, trasportati in un altro mondo”.

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