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Chieffo e l’assenza in Consiglio: non si discute mai di priorità

22.08.2015, Il Quotidiano del Sud

«Il convento di San Domenico era la priorità, così come le Grotte del Caliendo».

convento-di-san-domenico-bagnoli-irpinoNell’ultimo consiglio comunale, la minoranza non si è presentata. Non è la prima volta e per questo chiediamo le motivazioni ad Aniello Chieffo, capogruppo di ‘Insieme per il Futuro’: «orari non consoni». In effetti, già in quelli precedenti Chieffo aveva fatto presente la questione al sindaco Filippo Nigro: «Succede sistematicamente. Tra gente che lavora, turismo e altri impegni, il consiglio alle 10,30 non è pensabile. Poi, Dario Di Mauro è stato trattenuto da un lutto familiare».

Ma c’è altro per l’ex sindaco: «C’è una sistematica mancanza di argomenti prioritari, mai portati in consiglio». Un o su tutti, le seggiovie, previste nel piano triennale dei lavori pubblici per il 2015 come approvato lunedì scorso: «Che dire, forse un elenco che assomiglia più a un diario fantasmagorico. La verità è che alcune questioni si discutono sui giornali e in mezzo alla strada, ma nelle sedi opportune mai».

Qui Chieffo però tira un argomento molto caro ai bagnolesi, il complesso di San Domenico, citando anche la visita di Vittorio Sgarbi di qualche settimana fa, venuto ad ammirare la pala d’altare del 1556 che raffigura la Madonna del Rosario di Marco Pino da Siena lì custodita: «Nel 2010 la riportammo nel suo ‘ambiente naturale’, successivamente alla riapertura di San Domenico dopo circa60 anni. All’inaugurazione dissi non a caso che era il monumento dei bagnolesi».

L’opera del pittore senese, prima di allora, giaceva nel convento di San Francesco a Montella sotto l’egida della Sovintendenza. Anche altre opere furono smistate da li in provincia di Avellino e Salerno, di competenza dell’ente.

Il racconto della vicenda è funzionale a Chieffo per affermare senza mezzi termini «Era il primo progetto del parco progetti della ex Sovrintendenza. Ecco una delle priorità mai tenute in conto. San Domenico fu visitata dai loro esperti, Abita e Caprino, con i quali concordammo un progetto di recupero in accordo anche con la Diocesi di Sant’Angelo. Se proprio si doveva mettere qualcosa nell’accelerazione della spesa – insiste Chieffo – San Domenico era la priorità, così come le Grotte del Caliendo. Altro che Castello Cavaniglia. Avevamo tutte le carte e soprattutto un progetto. Se no, il Marco Pino da Siena che lo abbiamo riportato a fare?» conclude.

                                                                                                       

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