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Bagnoli, multato per non aver raccolto la «cacca» del cane

12.03.2016, Il racconto (di Mimmo Nigro)

L’episodio ha fatto emergere anche la questione (irrisolta) del randagismo a Bagnoli e Laceno.

cane-intento-a-fare-i-suoi-bisogni-fisiologiciIl sindaco di Bagnoli fa multare un cittadino che non aveva raccolto gli escrementi prodotti dal suo cane. L’episodio si è verificato nella serata di ieri in piazza Leonardo Di Capua a Bagnoli Irpino. L’ignaro signore stava portando a passeggio, con il guinzaglio, il proprio cane quando, in prossimità di un lampione della pubblica illuminazione, l’animale si è fermato ed ha dato corso ai suoi bisogni fisiologici. Come se nulla fosse accaduto, cane e padrone (quest’ultimo, probabilmente, sprovvisto di paletta e sacchettino)  hanno proseguito la loro passeggiata.

L’episodio non è però sfuggito all’occhio attento del sindaco Filippo Nigro che in quel momento stazionava in piazza in compagnia di alcuni amici. Immediata è stata la richiesta di intervento alla comandante della Polizia Municipale Angela Biancaniello, la quale ha provveduto a notificare al malcapitato signore la sanzione amministrativa in ottemperanza alla Ordinanza n. 18 del 09.08.2014.

Da quel che raccontano alcuni testimoni, il trasgressore, innervosito dall’accaduto, pur riconoscendo di aver sbagliato (“pentimento” smentito poi dalle parti) avrebbe iniziato ad inveire contro il sindaco, responsabile secondo lui di una vera e propria provocazione, un atto di ritorsione, un accanimento personale per “ragioni politiche”. E lo dimostra –  sempre secondo la sua versione –   «l’indifferenza di questa amministrazione verso  il fenomeno “randagismo” un’emergenza sanitaria fuori controllo a Bagnoli».

Quest’ultima affermazione ha trovato d’accordo altri bagnolesi. In Piazza Leonardo Di Capua –  raccontano in molti –  stazionano oramai da mesi alcuni cani abbandonati che hanno stabilito la loro dimora abituale tra le aiuole della villa senza che nessuno intervenga. Per non parlare di ciò che si vede in altri quartieri del paese, nelle aree di verde pubblico attrezzato e sull’Altopiano del Laceno. Possibile che il sindaco e gli altri componenti della giunta non si sono accorti di nulla? Quali provvedimenti sono stati adottati finora? Queste sono le domande che si pongono in tanti, al di là del colpevole ed ingiustificato atteggiamento che ha visto protagonista (in negativo) e prontamente sanzionato, un  loro concittadino in un grigio venerdì sera di fine inverno.

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P.S. Una non notizia (la multa a chi trasgredisce le basilari regole di una civile convivenza dovrebbe essere la normalità) che lo diventa per il riferimento all’annosa e mai risolta questione del RANDAGISMO nel nostro territorio, una località che ambisce da oltre mezzo secolo a diventare uno dei principali attrattori turistici provinciale e regionale.

***

Per correttezza dobbiamo segnalare anche la versione del protagonista di questo episodio (Sandro Tiberti) che smentisce categoricamente la dinamica dell’accaduto così come raccontata. Secondo lui il cane ha fatto soltanto una goccia di pipì. Nessun ‘atto grande’! Quello che ha tratto in inganno, sempre secondo la sua versione, è la posizione assunta dall’animale (una femmina di labrador), oltre al “pregiudizio” del sindaco.

                                                                                                       

4 Commenti »

  • redazione scrive:

    Email del sindaco Filippo Nigro:

    Le questioni vanno evidenziate e descritte nella loro dimensione autentica, in maniera completa. Lo “ scoop “ se sprovvisto di basi concrete e soprattutto veritiere finisce per avere l’effetto contrario, come in questo caso….Sembrano tentativi di alimentare e favorire forme di “ dissenso amministrativo “. Altro che imparzialità, equidistanza etc. Su questo, caro Presidente, ti anticipo una riflessione più approfondita che ti invierò a breve.
    Al momento vorrei evidenziare come il racconto di uno spiacevole episodio viene utilizzato per mettere in risalto la presunta inerzia dell’amministrazione rispetto al problema del randagismo. Si scrive, infatti, che “ ….stazionano oramai da mesi alcuni cani abbandonati che hanno stabilito la loro dimora abituale tra le aiuole della villa senza che nessuno intervenga. Per non parlare di ciò che si vede in altri quartieri del paese, nelle aree di verde pubblico attrezzato e sull’Altopiano del Laceno. Possibile che il sindaco e gli altri componenti della giunta non si sono accorti di nulla? Quali provvedimenti sono stati adottati finora? ….”
    Sarebbe molto facile, ed anche comodo, fare riferimento ad una corrispondenza del Febbraio 2011 ( di cui cito solo i titoli degli articoli pubblicati sul sito di Palazzo Tenta 39 ), tra la Sig.ra Caterina Manzione, della lega nazionale per la difesa del cane sez. di Salerno ( Irpinia news : Laceno-Cani abbandonati, la denuncia degli animalisti ) e gli Amministratori dell’epoca ( Ass. Caputo : Sig.ra Manzione, mi consenta….e Sindaco Chieffo : “ Un problema che va oltre le nostre competenze “ ). Ma non abbiamo nessuna intenzione di nasconderci, né di negare un problema che esiste da sempre, che tutte le Amministrazioni si sono trovate ad affrontare nel tempo ed al quale tutte hanno dato la risposta possibile.
    Ma non ci risulta di nessun “ commento particolare “ nel 2011 da parte di chi sembra scoprire il problema solo oggi…. Un problema praticamente irrisolvibile, se pensiamo che finora sono stati sterilizzati circa 100 cani presenti sul nostro territorio, e molti altri sono stati adottati da persone compassionevoli. Ma la realtà è che non si fa in tempo a “ prenderne “ tre o quattro che dopo qualche giorno ne compaiono altri. Poveri animali abbandonati da padroni senza cuore e senza scrupoli, che poi si riproducono in modo incontrollato. Se non nasce una nuova coscienza civile, tesa al rispetto per i nostri amici a 4 zampe, è una questione non risolvibile e destinata ad essere presente anche in futuro. Sarebbe già un successo cercare di “ controllare “ il fenomeno nella maniera più indolore possibile per tutti. Un po’ come per l’abbandono dei rifiuti….E sarebbe molto meglio, ed anche “ culturale “, cercare di sensibilizzare la gente verso questi problemi di così ampie dimensioni e rilevanza, anziché cercare di specularci miseramente sopra.
    E per tornare all’episodio descritto, vorrei fornire questa precisazione. Circa una settimana fa, più o meno alla stessa ora, un cittadino aspettava tranquillamente che il suo cane, tenuto al guinzaglio, terminasse i propri bisogni nel prato della villa in piazza. Al termine, senza minimamente preoccuparsi di ripulire, riprendeva come se niente fosse la propria passeggiata. Osservata per caso la scena, il Sindaco si è sentito in dovere di chiamare il vigile in servizio e che al momento si trovava dall’altra parte della piazza per segnalargli l’episodio spiacevole, affinchè mettesse in essere un’azione non di “ repressione “ ma almeno di educazione ( la prima volta ). Cosa che il Vigile ha prontamente e giustamente fatto.
    L’altra sera, episodio fotocopia. Stesso cittadino, stesso cane, stesso luogo, stessa scena. Ancora il cane che espletava i suoi bisogni in villa dopodichè ….via con la passeggiata, senza nessun accenno alla pulizia degli escrementi. Dunque non un “ ignaro Signore “ come riportato nell’articolo su Palazzo Tenta….Ecco dunque la richiesta di intervento alla Comandante, la quale ha applicato la normativa vigente. Si tratta di “ accanimento per ragioni politiche “ o di altro, secondo voi che leggete ?
    E solo per chiarezza, dico che il cittadino in causa non ha affatto “ riconosciuto di aver sbagliato “ come evidenzia sempre lo stesso articolo ma ha cercato di negare l’accaduto, apostrofando poi in malo modo il Sindaco alla presenza di testimoni, oltre che della stessa Comandante. Cosa di cui risponderà, ovviamente, davanti al giudice poichè sarà presentata regolare querela.
    Per ulteriore precisione, sottolineo che si tratta dello stesso cittadino che tempo fa contestava per l’abbandono di rifiuti e la sporcizia in località “ piana dei vaccari “ dopo picnic da parte di numerosi turisti, minacciando proteste eclatanti e denunce presso gli organi competenti se non si fosse provveduto con immediatezza a ripulire la zona. Una cosa molto singolare. Un ambientalista così attento alla tutela dell’ambiente che si preoccupa ( giustamente ) di “ piana dei vaccari “ e non si fa scrupolo di insudiciare il prato di piazza Di Capua, dove notoriamente a volte giocano festanti bambini innocenti….

  • redazione scrive:

    Per correttezza informativa riportiamo anche la dichiarazione del protagonista dello spaicevole episodio che, tra l’altro, ha voluto rivelare la sua identità.

    Sandro Tiberti ha dichiarato:“Non corrisponde al vero la notizia secondo la quale il mio cane ha fatto la “cacca” in piazza a Bagnoli. E’ un cane addestrato anche per non fare quelle cose …. Si è avvicinato ad un lampione e, per segnalare il suo territorio (come fan tutti i cani), ha fatto soltanto una goccia di pipì. Essendo una femmina ha dato l’impressione (sbagliata) di fare altro, ma non è stato così!!! Per un episodio banalissimo il sindaco ha voluto soltanto mettersi in mostra”.

  • redazione scrive:

    Mimmo Nigro replica al sindaco:

    La fretta è una cattiva consigliera. Se il sindaco avesse fatto una ricerca più approfondita sul sito di PT39 avrebbe scoperto che l’autore fazioso di questo “scoop” aveva già segnalato nel giugno del 2009 il problema RANDAGISMO, guarda caso durante l’amministrazione Chieffo e non Nigro.

    L’articolo di riferimento è “Luci ed ombre al Municipio”. In quell’editoriale l’argomento veniva così affrontato:
    «…L’Amministrazione, stoicamente, tenta poi di fronteggiare l’atavico problema (igienico-sanitario, di incolumità per i cittadini e di immagine) del randagismo: rescisso il contratto con il canile-lager in odor di
    camorra del salernitano (vedasi i servizi di “Striscia la notizia” su Canale 5), viene stipulata una nuova convenzione con la più accogliente ed economica struttura situata a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento. Qualche cane meticcio viene tolto di strada, molti altri però ne subentrano. La situazione è ad oggi fuori controllo, soprattutto presso il villaggio turistico del Laceno. Battaglia persa e non per colpa della sola Amministrazione …».

  • redazione scrive:

    Commento di Nello Molinaro:

    Randagismo “Una emergenza FACILE DA PARLARNE E DIFFICE DA RISOLVERLA“

    Si è trovato il modo di parlare di randagismo, lo si è fatto scivolando da una questione all’altra, come al solito è stato il nuovo motivo per generare come al solito , una ulteriore ed immotivata e solita querelle accusatoria , si affronta la questione con facilità unica senza comprender che si è di fronte ad una emergenza nazionale bisognosa di una discussione costruttiva e riflessiva da parte di tutti, non conoscerne approfonditamente la complessa questione nelle cause che la generano e nei problematiche per risolverla lasciandosi andare nel contempo in ingiuste accuse a chi ritenuto responsabile è sbagliato. Ritenere da parte di qualcuno , che la risoluzione di tale evento è individuata nel disinteresse dell’amministratore di turno competente “in carica”, senza conoscerne le enormi difficoltà ed ostacoli che costui incontra è una convinzione irrispettosa della verità. Nessuno Pubblico Ufficiale o amministratore (di qualunque colore politico esso sia) “cari signori” ha disinteresse in materia, anzi ne avverte la gravità e le difficoltà per risolverlo, accusarlo di incompetenza oppure della non volontà di portarlo a risoluzione è scorretto e fuori luogo. Bisogna prender atto che il randagismo è un problema sentito dal punto di vista etico ed in alcuni casi come nel nostro Sud è una vera emergenza delle nostre città. Una questione, quella dei cani senza padrone, che in alcune regioni aumenta mese dopo mese anziché diminuire. Vi è bisogno di essere coerente nel comprenderlo, questo è un problema che esiste non solo a Bagnoli ma in tutti i comuni d’Italia , tale questione è divenuta grave,e non si riesce a contenerla , secondo le stime, un cane in canile costa al comune da 3 a 8 euro al giorno, cioè 1000-3000 euro all’anno , ma evidentemente questa è la retta che i comuni pagano esclusi altri costi come personale, gestione ecc. che devono per forza afferire ad altri capitoli di spesa “cifre che lasciano pensare” perché si tratta in piccoli paesi come il nostro di programmare una somma intorno alle centocinquantamila euro, mentre per i grandi comuni di milioni di euro . Non vengono considerati, inoltre, i bandi straordinari, come le spese del SSN per anagrafe, sterilizzazioni, profilassi, farmaci, visite, test e cure di malattie, antiparassitari. Non sono riportati interventi straordinari come le operazioni anti-randagismo a Pompei e in altre aree del Paese.. In Italia, nei canili, dovrebbero esserci circa 750mila cani che aspettano e sperano di essere adottati. Numeri impressionanti che diventano drammatici se si pensa che per molti animali quelle gabbie diventeranno un insopportabile ergastolo. E’ un problema ben conosciuto da tutti i sindaci, e non è certamente loro volontà non correre ai ripari , perché tutti ,loro, ben conoscono i propri compiti da esaudire , e come responsabili del territorio hanno anche quello di rilevarne l’esistenza di tale degradata situazione. E’ conosciuto che il loro compito è quello di portare a conoscenza sell’Asl di competenza e della Comunità Montana pur presente sul nostro ampio territorio della presenza del numero dei cani randagi, che devono compartecipare alla risoluzione di questa situazione , trovandone le modalità per farlo e correndo ai ripari , con il ridurre o frenare l’aggravamento della situazione. Per mancanza di fondi si è scelto di sterilizzare i cani e lasciarli liberi sul territorio e lontano dai centri abitati, si è scelto tale modalità per non farli procreare, per cercar di stroncare o limitare questa cancrenosa situazione, inoltre è stato disposto per legge l’inserimento di un microchip sotto pelle dell’animale e contestualmente iscriverlo all’anagrafe canile esistente presso i comuni o ASL di competenza tutti coloro che sono in possesso di cani sono obbligati a farlo, il violarlo si incorre a gravose sanzioni pecuniarie. E’ una soluzione per individuare il numero di cani esistenti sulla zona i dati anagrafici di ogni animale ed il suo possessore, tali dati sono i dati anagrafici collegati per tutta la vita all’animale e ne seguono tutto il percorso fino alla morte . L’apposita legge ne stabilisce le modalità ed il fine, in primis con l’intento di frenare il randagismo consentendo di individuare l’anagrafe di in animali abbandonati ed il suo possessore che una volta conosciuto è sottoposto a rispondere di reato penale oltre all’arresto e multa . Signori tutto si può fare ma come si vede tutto è di una complessità unica, e per farlo Vi è bisogno di spendere denaro pubblico, una voce di spesa che non è tollerabile ne possibile per un piccolo comune come Bagnoli Irpino, “il seguito ne dimostrerò l’entità dei costi ” – Bisogna comprendere che tutti i comuni sono in difficoltà come le stesse ASL di competenza e Comunità montane, per mancanza di fondi ormai ridotti al lumicino dall’ente Statale o,regionale e provinciale , farlo significa far gravare sul cittadino ulteriori tasse perché si tratta di una spesa di decina di miglia di euro,ed è giusto che lo si sappia . Comunque è una questione che deve esser risolta a livello nazionale ,perché oggi abbiamo un sistema complicato e fuori controllo che in quasi trent’anni, dalla legge n. 281 del 1991, non ha trovato una reale soluzione, ma che anzi in molti casi ha rappresentato un business per i gestori dei pochi canili esistenti. Per questo pretendere che senza denaro si possa risolvere tale situazione è irragionevole, ne le casse comunali del nostro comune possono far fronte ad una spesa gravosa per il ricovero degli animali in apposite strutture, farlo significa inserire altra voce in bilancio e produrre ulteriori uscite in spesa, così da gravare in tasse sulle spalle dei cittadini, come se non bastassero i tributi attualmente esistenti “ampiamente già gravosi sul bilancio familiare. Questo è la realtà dei fatti con cui bisogna fare i conti e non lasciarsi prendere da inutili atteggiamenti accusatori verso gli Enti o persone preposte a risolvere il caso. E’ l’inciviltà di colui”cittadino ” che lo causa che deve essere colpita , come è anche compito e dovere di ogni cittadino che ne paga le conseguenze innocentemente , partecipare al controllo del territorio “nelle proprie possibilità” e denunciarne la violazione e non cercare sempre qualcosa all’altro o accusarlo di non farlo . Quindi bisogna che ci comportiamo con coerenza, e riflettere sulla impossibilità di sostenere tale spesa da parte di un piccolo comune, è inaccettabile che la nostra comunità composta da cittadini per bene ,che sono ampiamente la maggioranza, debba essere gravata da ulteriori tributi prodotti da coloro “quei pochi incivili che violano la legge?
    Si portano a conoscenza i costi per prevenire tale evento scegliendo il costo tra il minimo 3 euro e massimo otto euro . si sceglie il minimo di tre euro al giorno :
    Supponiamo che Vi sono 100 cani randagi da togliere dal territorio : costerebbe solo di mantenimento per il comune per un anno in un canile con una spesa di tre euro al giorno ad animale = 108.000,00 euro –
    oltre ad aggiungere per il primo anno 350 euro ad animale x n. 100 = euro 35.000,00
    così suddiviso : per: _ la cattura per ogni animale = 60 Euro
    per il trasporto negli ambulatori veterinari =60 euro
    per l’intervento di sterilizzazione =150 ,00 euro
    cure post operatorie = 80 euro
    la spesa per ogni cane sarebbe 350,00 euro tra cattura animale, trasporto ambulatorio veterinario, sterilizzazione , cure post operazione,
    Le pene per chi abbandona un animale Su questo tema è intervenuta la legge 189 del 2004, fondata sul principio giuridico, piuttosto innovativo, che vede negli animali dei veri e propri soggetti di tutela penalistica, non più solo meri oggetti di reato: gli animali divengono così, anche giuridicamente, esseri viventi autonomi, dotati di una propria sensibilità psicofisica. Con questa legge sono stati quindi inseriti nel codice penale degli articoli che prendono in considerazione proprio i comportamenti, penalmente rilevanti, tenuti verso gli animali. Tra questi, vi è l’art. 727, che prevede che chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito le abitudini della cattività è punito con l’arresto fino a un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000euro.
    Stessa pena anche per chi detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura comunque produttive di gravi sofferenze.
    In tali casi può intervenire qualunque organo di polizia giudiziaria. Il cittadino, o l’associazione, che assistono o hanno notizia di uno di questi reati possono presentare una denuncia-querela presso un qualunque organo di polizia giudiziaria o alla Procura della Repubblica presso il Tribunale del luogo in cui è avvenuto il fatto.

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