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Quentin il Genio

30.03.2016, Articolo di Daniele Marano  (da “Fuori dalla Rete” – Marzo 2016, Anno X, n. 1)

Quentin il Genio.Manco poco oramai all’uscita di “Hateful Eight” il nuovo capolavoro di Quentin Tarantino, una delle celebrità della nostra epoca.

I suoi film hanno accompagnato tutta la mia vita, anche se mi definisco, un “kubrickiano” dell’ultima ora, e sono già in fibrillazione per questa nuova pellicola, la curiosità mi sta oramai attanagliando.

Sarebbe perfino superfluo, parlare del suo postmodernismo che traspare nelle sue opere, il suo saccheggiamento di ogni tipo di punto di vista oppure dei suoi personaggi dal più buono e semplice di questo mondo al più cattivo perfido e malvagio. Ma quello che porta Tarantino a essere geniale è, secondo me,  l’assenza di ogni punto di riferimento, nei suoi film, continui flashback ma anche storie che partono piatte e noiose, senza sapere che da un momento all’altro, il colpo di scena è dietro l’angolo. La suspence la fa da padrone.

I suoi protagonisti non sono più eroi che arrivano e salvano il mondo, ma personaggi con il passato losco e per questo  cinici e spietati, di una cattiveria assurda, pulp, appunto, con modus operandi che quotidianamente passano nelle nostre esistenze.

Le sue storie, sono spaccati di vita quotidiana; i suoi dialoghi non sono mai banali, le frasi sono delle vere e proprie morali da studiare fino in fondo, non soffermandoci solo sulla struttura sintattica ma su ciò che semioticamente rappresentano.

Ora non mi resta che gustarmi questa ultima pellicola, un film politico, dicono, con due grandi certezze: le composizioni soavi del maestro Morricone e il solito impeccabile Samuel Lee Jackson.

Mi metto comodo….buona visione!.

                                                                                                       

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