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Terra, Aria, Acqua: Irpinia sotto attacco

01.04.2016, La rubrica di Francesco Celli (da “Fuori dalla Rete” – Marzo 2016, Anno X, n. 1)

eolico-irpiniaPlatone riteneva che fossero quattro gli elementi fondamentali da cui tutto prendesse vita: terra, aria, acqua e fuoco. Se oggi vivesse anch’egli in Irpinia non esiterebbe ad affermare con certezza che qualcuno vuole vederci morti. Ad eccezione del fuoco, in questo periodo stiamo osservando e combattendo un attacco violentissimo, spregevole e speculativo, contro tutti gli altri tre elementi fondamentali e soprattutto contro il nostro territorio.

Partiamo dalla terra. Dal 2002, al centro della nostra provincia, pende la spada di Damocle delle trivellazioni petrolifere: il permesso di ricerca denominato “Nusco”. E’ grazie ad un comitato di giovani Irpini che ne siamo venuti a conoscenza, altrimenti oggi già starebbero estraendo il greggio, devastando il nostro territorio, inquinando la nostra acqua e sfibrando la nostra salute. Sono passati 14 anni fra denunce e contestazioni, il popolo Irpino si è chiaramente detto contrario in tutte le occasioni, ma ciò non è bastato a convincere le istituzioni a fare la loro parte: hanno preferito fuggire dalle loro responsabilità finché hanno potuto ed ora, esclusivamente grazie ai cittadini, siamo giunti al bivio del referendum. Si voterà il 17 aprile essendo Renzi riuscito ad evitare l’election day, cioè l’accorpamento del voto referendario insieme alle prossime amministrative: una porcata che ci costerà 360 milioni di euro in più. Ad ogni modo è importantissimo dare il proprio contributo barrando il SI per dire finalmente no alle trivellazioni.

Passiamo all’aria. Ormai non è più nostra ma di alcune multinazionali o strane società in combutta con la malavita organizzata e col latitante Matteo Messina Denaro, che poi ci rivendono l’energia prodotta, e trattandosi di “energia pulita” la paghiamo ancora di più. Allo stesso tempo versiamo il contributo CIP6 in bolletta proprio per finanziare queste forme di malavita di cui prima, altro che energia verde. Un sistema niente male che soltanto il combatterlo a muso duro può arginarlo, prima che tutta l’alta Irpinia non avrà più nulla del suo paesaggio fra pale eoliche, elettrodotti, cavidotti, sottostazioni, centrali ed accumulatori. Stiamo aspettando ancora l’applicazione del Pear (piano energetico ambientale regionale) che qualche esimio politico locale ha promesso.

Infine l’acqua. Le nostre sorgenti danno da bere ad oltre 5 milioni di persone, buona parte del sud Italia vive grazie alle nostre sorgenti: Cassano Irpino, Caposele, Serino ed altre. Non abbiamo mai chiesto nessun contributo ma evidentemente neanche questo basta per stare tranquilli ed ora si rischia la privatizzazione, concedendo la possibilità ad un privato di fare profitto con un bene inalienabile come l’acqua. Roba da pazzi. Naturalmente che l’Alto Calore sia da commissariare e da purificare è fuori da ogni dubbio ma una cosa è l’Alto Calore, altra cosa è la sua gestione fatta da gente che dovrebbe andare in galera: speculatori dell’acqua, cioè della vita di altri. Altra cosa ancora sono da una parte i 120 milioni di euro di debito dell’ente e dall’altra gli 83 milioni di euro di credito: perché non vengono riscossi? Non è che questa tragica situazione sia stata cercata e voluta? Si faccia una società speciale consortile e si applichi la trasparenza vera, ma non si svenda un patrimonio importante come la nostra acqua!

Qualcuno dice sempre: proposte oltre le protese. Bene: referendum per bloccare le trivelle, applicazione del Pear e vincolo paesaggistico per l’alta Irpinia per bloccare l’eolico selvaggio ed azienda speciale consortile per risanare l’Alto Calore e mantenere l’acqua pubblica. Si può fare, ma impegniamoci tutti per salvare la nostra terra da un attacco che potrebbe annientarla.

Francesco Celli (Presidente di Info Irpinia)

                                                                                                       

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