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Stabile: «Il Laceno non ha bisogno di due Consorzi, finiremo per morire entrambi»

17.06.2016, Orticalab.it (di Lara Tomasetta)

Parla Gerardo Stabile, Presidente di Federalberghi Avellino: «L’esperienza dell’area vasta ci insegna che l’Irpinia non è facile da gestire, sfido chiunque a fare turismo qui. Il Laceno è un pezzo importante di un mosaico più ampio, la storia ci ha insegnato molto. Ma dividersi non ha senso».

Lago-LacenoLa situazione del comprensorio turistico del Laceno continua a destare preoccupazione. Se da un lato la prossima ufficializzazione del nuovo Consorzio di promozione dovrebbe rappresentare uno spiraglio di speranza per le sorti della splendida area irpina, dall’altro c’è chi nutre più di qualche perplessità sulla effettiva opportunità di creare un secondo organo di promozione.

Gerardo Stabile, presidente dell’associazione albergatori Federalberghi Avellino, già qualche giorno fa aveva voluto sollecitare l’attenzione delle istituzioni a farsi carico di una crisi che non è nemmeno più tale, nel senso che dura ormai da tempo immemore, e dalla quale non si vede via d’uscita.

«Mi sembra che ci stiamo distraendo dagli obiettivi del territorio – ci ha spiegato Gerardo – dovremmo ricordarci che il comprensorio del Laceno è uno degli anelli del turismo in Irpinia, un anello importante che non è certamente rappresentato esclusivamente dal polo sciistico ma che va completamente ripensato in un’ottica organiuca rispetto al resto del territorio provinciale: il tempo ci ha insegnato che qualcosa non ha funzionato, qualcosa che non riguarda solo il Laceno ma l’intero approccio alla promozione turistica dell’Irpinia: sono stati spesi moltissimi soldi per l’organizzazione di eventi che non hanno portato l’indotto sperato e che non hanno convertito in termini di flussi turistici».

Perché la questione resta banalmente a stagnare nella sua dinamica: si fa l’evento, lo si sponsorizza e lo si esalta per la capacità di incrementare un flusso turistico che però non viene monitorato, non viene quantificato e, spesso, non viene sostenuto da una continuità di programmazione: «I numeri che contano sono poi quelli delle strutture alberghiere, la differenza la fa il numero di presenze e se è vero che i risultati di un evento si vedono sul lungo periodo allora bisogna creare continuità, se si crea una manifestazione che l’anno seguente non viene ripetuta, che senso ha?».

Le preoccupazioni di Gerardo riguardano l’intero sistema turismo: «L’esperienza dell’area vasta ci insegna che l’Irpinia non è facile da gestire, sfido chiunque a fare turismo qui. Negli ultimi 3-4 anni sono saltati tanti punti di riferimento, come la Provincia e le EPT che oggi sono commissariati. In un periodo triste come questo facciamo i conti con desertificazione e spopolamento, fenomeni che nessuno immaginava potessero riguardarci. E proprio in questa cornice ritengo che dividerci non serva a nulla».

La divisione cui fa riferimento Gerardo è quella che fa capo alla nascita del nuovo consorzio: «Il Consorzio Bagnoli-Laceno esiste da 30 anni, abbiamo cercato sempre di essere presenti alle fiere di settore e ad implementare delle attività per il territorio. Probabilmente anche noi abbiamo commesso i nostri errori, io mi prendo le mie responsabilità. Ma anche se credo che le forme di aggregazione siano sempre un’occasione di crescita mi domando quale senso abbia, in questo momento e in questo territorio, la nascita di un ulteriore consorzio. Bisogna entrare nel merito dei veri problemi e due squadre che lavorano separatamente non servono. Due consorzi in un paesino di 3.000 abitanti sono necessari? In questo modo finiremo per morire entrambi. I Consorzi costano, hanno necessità di economie importanti, hanno spese ingenti: ci hanno pensato gli operatori che hanno deciso di formarlo?».

In questo clima di scetticismo sarà difficile che il Laceno davvero possa emanciparsi da certe dinamiche e guardare al futuro. Gli intenti sembrano comuni, le strade intraprese molto meno…

                                                                                                       

1 Commento »

  • pietro pagnini scrive:

    La questione Laceno sta tornando calda o meglio stracotta.

    Siamo ormai andati oltre! Sono passati i tempi delle considerazioni, delle opinioni proprie e del io penso che…
    Le molteplici questioni, sono state affrontate, sviscerate e le carte disponibili sono state giocate. Tutte le opportunità sono state buttate a mare, proprio tutte, compresa la più importante, il finanziamento per l’ammodernamento impianti e l’ultima, quella di ricompattare gli operatori turistici nel Consorzio Laceno.
    Per questa operazione era sufficiente recuperare gli assenti, con proposte progettuali e programmatiche credibili, la verità è che non si è voluto recuperare niente.
    Se ciò è vero, ed è vero, qualcuno sta giocando sporco, oppure la mente che sta giocando brutti scherzi. Perché ? Perché chi oggi denuncia la dispersione di risorse aveva il potere decisionale di evitare la divisione, ma come al solito, alla Bagnolese maniera, si è voluto parlare di tutto, per non arrivare a niente.

    D’altronde, visto che il sig. Gerardo Stabile, ogni giorno “sfruculia”, è il caso di ripassare un po’ la storia del Laceno, quella vera, cercando anche di non essere volgare per non solleticare altre sensibilità.

    Il signor Stabile Gerardo, iniziò a rompere le scatole al concessionario, fin da quando intraprese l’attività di albergatore, precisamente dalla divisione con il socio, nei primi anni di attività.
    Siamo nei fine anni novanta e già, il signor Stabile, muoveva azioni di disturbo al concessionario, operando sul sociale Bagnolese, unitamente al Tartaglia, al Di Capua e compagnia cantante. In quegli anni il sottoscritto, direttore del Consorzio Laceno, dopo numerosi tentativi, anche con l’intento di svelenire i toni sulla battaglia intrapresa contro il concessionario, convinse il signor Stabile ad aderire al Consorzio. Manco a farlo a posta, dopo circa due anni, il signor Stabile inizia a coinvolgere alcuni operatori e minacciare la costituzione di un altro consorzio! Si avete sentito bene, un altro consorzio! Appresa quella volontà, il sottoscritto con l’allora presidente del Consorzio, l’ing. Marzio Giannoni, decidemmo di dimetterci per agevolare l’abbandono della costituenda iniziativa.
    Liberato il Consorzio Laceno, ci chiedemmo: adesso ci lasceranno operare in santa pace?. Manco per niente! Il signor Stabile, con i compagni di merenda, oltre ad appoggiare e agevolare le procedure avviate dalle Amministrazioni dell’epoca, Meloro anno 2000 e Di Mauro anno 2002, iniziarono a montare variegate azioni di disturbo. Propagande elettorali, articoli, manifesti e denunce, avanzate su tutte le opere progettate dal concessionario e in via di realizzazione, affiancandosi di volta in volta, i personaggi maggiormente interessati alle questioni da trattare.
    Iniziarono cosi a contrariare la realizzazione del parco giochi di montagna, poi passarono al progetto per la messa in sicurezza delle piste da sci, per continuare con l’impianto d’innevamento programmato. Casualmente, nel 2005, il giorno tredici del mese di Agosto, il concessionario subisce un grave danno alla fune portante traente della seggiovia Settevalli. Altri dispetti e atti vandalici si susseguirono negli anni successivi, fino ai giorni d’oggi.
    Certo i fatti non sono computabili a qualcuno in particolare e non vuole essere un’accusa, ma il clima avvelenato, che alcuni personaggi hanno contribuito a far crescere, aveva svolto la sua parte.
    Strada facendo, si arriva all’Amministrazione Chieffo, c’è in pentola il finanziamento per l’ammodernamento degli impianti del Laceno. Il Sindaco, per liberare le aree oggetto d’intervento, valutò di cedere in cambio alla Giannoni sas, la concessione di una struttura da realizzare, la cosiddetta SPA.
    Apriti cielo! Il signor Stabile si preoccupò e si adoperò a coinvolgere chiunque, operatori e cittadini, tutti insieme a fronteggiare l’iniziativa.
    Arriva l’Amministrazione Nigro e lo stesso sindaco, sempre con l’intento di riappropriarsi anticipatamente delle aree, per aver decretato il finanziamento, chiede e raggiunge con il concessionario, un accordo transattivo, nel quale, in cambio del rilascio anticipato dei beni, prevede di liquidare il valore al concessionario, anche in anni di gestione della struttura da realizzare.
    Spalancati terra! Il signor Stabile, nuovamente, coinvolge e convince operatori e cittadini, che sulla questione, è meglio perdere il finanziamento se lo stesso non è ripartito su tutte le attività dell’Altopiano.
    Il Pluripresidente Stabile, insieme ad altri, quelli con attività collegate direttamente al concessionario, hanno iniziato a tirare la giacchetta al Sindaco, agevolati dall’Assessore al turismo, sono riusciti a far desistere il Sindaco dall’accordo.
    Bene, siamo arrivati ai giorni d’oggi, e si è presentata la questione consorzio. Alcuni imprenditori, per ovvi motivi di opportunità, hanno chiesto, al concessionario, di riavviare nuove collaborazioni tra operatori, ormai assenti da troppi anni, dovute anche alle scelte, mai condivise, con la precedente presidenza del Consorzio. Fin dai primi incontri, il sottoscritto ha rappresentato al vicepresidente, signor Stabile, l’utilità e la necessità di operare insieme, tutti riuniti nell’esistente consorzio, a condizione di ripetere le elezioni degli organi consortili e rivedere le attuali cariche rappresentative. Giungono notizie che, nonostante alcuni membri condividano la proposta, il sig. Stabile decide di non avere motivo per dimettersi.
    Caro Pluripresidente, è per questo che l’attività intrapresa negli ultimi giorni, ci lascia perplessi. Con il suo trascorso, non può pretendere affidabilità, sopratutto quando gli è chiesto di farsi da parte, ovviamente per il bene del Laceno.

    Se desidera tanto non disperdere energie e risorse, con la nascita di nuovi raggruppamenti, così come urla ai quattro venti, perché non accetta la proposta avanzatagli dai costituendi operatori?
    Che cosa pensa di ottenere, montando l’opinione pubblica un giorno sì e l’altro pure, con pubblicazioni che da una parte denunciano la grave stazione in cui versa l’Altopiano, dall’altra invocando aiuto alle istituzioni preposte alle sorti turistiche di questa località? Chiude la stalla quando ha fatto scappare i buoi? Chi l’ha visto operare in questi anni cosa può pensare di questa sua “lodevole” iniziativa? Quale candidatura nutre nel retroscena? Oppure, dopo anni di indisturbata operatività, si è convinto di avere a che fare con incapaci di mettere a fuoco chi hanno al loro fianco?
    Il predicare bene è auspicabile, ma è il razzolare quello che conta e oggi, guardandosi in torno, si notano solo MACERIE.

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