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De Sanctis e i nostri giovani

15.07.2017, Articolo di Paolo Saggese (da “Fuori dalla Rete” – Giugno 2017, Anno XI, n.3)

De Sanctis e i nostri giovani

[Francesco De Sanctis] ha il grave torto di farsi amar tanto da far parere esagerata ogni lode.

[Luigi La Vista, Scritti e memorie, a cura di Pasquale Villari, Firenze, 1863, p. 103]

Maestro e scolari ci amavamo tanto, lavoravamo con tanto ardore che, per molti di noi, quelli sono restati sempre fra i giorni più belli della vita.

[Pasquale Villari, Luigi La Vista, in Francesco De Sanctis, La giovinezza. Memorie postume seguite da testimonianze biografiche di amici e discepoli, a cura di Gennaro Savarese, Giulio Einaudi Editore, Torino, 1972, Vol. I, p. 325]

Chi era il professore Francesco De Sanctis?

[Pasquale Villari, Commemorazione, in Francesco De Sanctis, La giovinezza. Frammento autobiografico, pubblicato da Pasquale Villari, Antonio Morano, Napoli, 1889, p. 334]

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paolo-saggeseIn occasione delle Celebrazioni per il Bicentenario Desanctisiano, l’IISS “Rinaldo d’Aquino” ha inteso contribuire all’omaggio doveroso allo storico della Letteratura, al pensatore, al politico, al Ministro Francesco De Sanctis attraverso un progetto della memoria rivolto ad una conoscenza essenziale di un uomo, che ha contribuito non solo alla costruzione della “nuova Italia”, ma ha anche contribuito alla storicizzazione della nostra stessa cultura nazionale e all’edificazione di una nostra cultura identitaria.

Ma il modo migliore per fare sì che i giovani si riappropriassero di Francesco De Sanctis non era, a nostro avviso, la lezione cattedratica, calata dall’alto, senza un’esperienza viva della cultura, ma passiva e superficiale. Piuttosto, il nostro obiettivo si concretizzava nel rendere protagonisti i nostri giovani proponendo loro l’intellettuale nella sua forma familiare e informale, nell’intimità della sua vita, nella freschezza delle sue passioni, nella forza dei suoi ideali. E così, abbiamo proposto De Sanctis attraverso De Sanctis, ovvero gli studenti hanno letto gli scritti autobiografici del critico letterario, La Giovinezza, Un Viaggio elettorale, le Lettere e gli scritti politici, il celebre “Discorso di Trani” del 1883, il suo testamento politico, in cui lo studioso si presenta nella sua semplicità.

E, dunque, per ripetere le parole di Pasquale Villari, uno dei migliori allievi del Ministro irpino, gli studenti hanno così scopetto “chi era il professore De Sanctis”.

In questa pièce voi potrete trovare una risposta, parziale, ma profonda, a questa domanda.

Scoprirete il De Sanctis bambino, che gioca con gli amici a Morra Irpino, il fanciullo, che studia a Napoli e sogna la gloria, il giovane, che incontra Leopardi, il professore a venti anni già divenuto maestro per la migliore gioventù meridionale, il rivoluzionario del 1848, il “carcerato” di Castel dell’Ovo (1850-1853), l’esule di Torino e Zurigo, il Governatore di Principato ultra (settembre – ottobre 1860), il Ministro, il Parlamentare, lo storico della Letteratura.

In Appendice, troverete tutti i riferimenti storici.

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Per il resto volevamo, chi scrive, insieme alle professoresse Teresa Romei e Antonella Prudente, che i giovani fossero protagonisti.

In che modo?

Scrivendo lo spettacolo, adattandolo, sperimentandosi scenografi, attori, costumisti, costruendosi il loro De Sanctis. Giudicherete voi il “prodotto finale”.

Per tutto quanto realizzato desidero ringraziare gli studenti dell’IISS “Rinaldo d’Aquino”, in particolare dei Licei di Nusco e Montella, il Dirigente scolastico, prof.ssa Emilia Strollo, che ha creduto fermamente nel progetto, e quindi l’amico Luigi Grosso, poeta, artista poliedrico, regista, sperimentatore, che a titolo gratuito e con la solita passione ha guidato nella performance teatrale i nostri giovani.

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Noi siamo convinti, infine, che questo sia il modo migliore di onorare Francesco De Sanctis, ovvero affidando le sue parole e i suoi pensieri ai giovani. Il “Professore” amava i giovani, ricercava con loro un rapporto privilegiato, aspirava a costruire insieme un’utopia, che divenisse realtà.

Lui stesso ebbe a confessare:

“Vi è un legame segreto che unisce l’uomo d’ingegno a’ giovani: egli si sente fruttificare in loro, e li ama e ne è amato”.

                                                                                                       

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