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Fiume Calore in secca … alimentato dai depuratori

29.07.2017, Articolo di Angelo Capone

NON PIU’ LE SORGENTI, MA DUE DEPURATORI (DI MONTELLA E BAGNOLI) ORIGINANO IL CALORE IRPINO.  PERCHE’ URGONO POLITICHE DI BACINO?

FIume-Calore-foto-11Dopo alcuni articoli sull’Alta Valle del CALORE – al tempo dei cambiamenti climatici – le evidenze ambientali/naturalistiche sopraggiunte  facevano sì che io,  il 15 luglio,  scrivessi  per Montella.EU quanto segue :

Come preannunciato,  con la SECCA  anticipata a giugno del fiume CALORE irpino, gli eventi sono diventati drammatici .

La CASCATA/Pèlata ré “LO PONTE RE LO JUMO” da qualche giorno “Omméa” e a singhiozzo “Assecca” totalmente!  Perché?  Non chiove! Perciò qualcosa sul tratto a monte non quadra !!? Stiamo a vedere… in ragione delle variabili del sistema cercheremo di capire; anche se il problema, nel suo insieme, cambia poco:  La secca è, in ogni caso, evidente  e, per  il fatto che sulla cascata compaia un filino di acqua, non si può affermare che il problema sia risolto. Oltre il PONTE ROMANO, a valle, continua l’assoluta assenza di acqua defluente fino al “DEPURATORE” di Baruso.

Il questo tratto, ormai asciutto, i nostri giovani disoccupati e/o sfruttati, o in “stend by”, non possono nemmeno   < hì a menà prète ‘a la jomàra >  come in altri tempi.  Fuor di metafora: il fiume CALORE continua ad avere come ” CAPUT FLUMINIS/Sorgente” i liquami di fogna appena diluiti da un pò di acqua dell’Ente Irrigazione  ivi addotta, con tubazione volante d’emergenza, dopo la mia evidenziazione allarmante del problema e dei rischi connessi.

FIume-Calore-foto-10Sussistono e permangono tutte le motivazioni per la richiesta di STATO DI CALAMITA’ NATURALE IDRICA/ Igienico-sanitaria per inquinamento subaereo e profondo delle acque in continuo e graduale depauperamento per siccità prolungata che, gradualmente, vedrà l’esaurirsi di sorgenti carsiche sospese al di sopra del Livello di Base Locale dello sfioro della SorgenteBAGNO della REGINA di Montella e della Sorgente POLLENTINA di Cassano. ((Per inciso, è importante dire, per Bagnoli, che Muliniello, Fontanarosa e Acqualeggia non sono sorgenti derivanti da falde acquifere sospese , pur essendo in contesto più o meno carsofratturato: defluiscono su argille fliscioidi  basali impermeabili. La TORNOLA, o Tronola,  si! E’ sospesa in un insieme carsofratturato a basamento anch’esso calcareo ma meno assorbente.))

Le sorgenti dell’ Alto Calore, e non solo,  captate o meno, tendono ad esaurire la loro portata con tutte le conseguenze ulteriori sia Fluviali che di Acquedotto.

Si allegaVIDEO-LINK sulla presa d’acqua al PONTE del FASCIO , sul ramo Scorzella, (tolta al fiumeCALORE)e derivata , con vecchio acquedotto, fino alle SERRE di Montella per usi irrigui :

Clicca su LINK :    << https://www.youtube.com/watch?v=EaTzeZNvG28 >>

P.S. del 15 Luglio 2017:

Stamane la CASCATA è TOTALMENTE SECCA, solo blocchi calcarei squadrati secolari ricoperti, a chiazze, di muschio e/o di una patina di travertino e muschio assieme. “Rint’ ‘a l’URIO mantene l’acqua, comunque in fase di graduale infiltrazione/evaporazione.

In caso d’incendio le acque non impediscono più il passaggio del FUOCO da un versante all’altro della valle. Ora…sembra che una cosa possiamo farla:

“Pùtimo mette fuoco a la jomara.”  Chiedo venia perché, di fatto, in situazione di CALAMITA’ NATURALE , c’è poco da scherzare!!!

E, pergiunta, come si vede dall’ultima foto allegata, “simo sott’ A LO SALEUATORE !!?”

Deflusso ZERO alla CASCATA del PONTE della LAVANDAIA sul FIUME CALORE a MONTELLA

FIume-Calore-foto-1

e a valle del Ponte della CARPENETA ( Invito a visitare il sito almeno dal PONTE): Indescrivibile la SCENA e lo schifo che proietta il viscidume verdasto che si differenzia dal VERDE delle piante e dei prati al contorno. (Vedi foto in seguito)

https://twitter.com/drangelocapone/status/887602124607164417

E’ inutile dire  che il colore delle acque fino a San FRANCESCO e oltre a salire per La LAVINELLA, fino a BARUSO, è GRIGIO SCURO-MARRONE ed il FETORE è rilevato dalle cellule olfattive nasali in maniera tale da innescare reazioni neurovegetative e rischi di malattie polmonari e delle vie respiratorie superiori. Sussistono tutti i motivi di ribadire l’esigenza della dichiarazione di STATO di CALAMITA’ NATURALE IDRICA e IGIENICO SANITARIA.

CASOTTOdiDERIVAZIONE delleACQUE NERE diFOGNA del DEPURATORE diMONTELLA/BARUSO

FIume-Calore-foto-2  FIume-Calore-foto-3

https://www.youtube.com/watch?v=pu1m0HNX1_E

Ma chi dovrebbe agire in merito? Cosa si aspetta? Fino ad Ottobre, si spera piovoso, il DRAMMA sarà TRAGEDIA di fronte al CALORE SECCO fino al VARO DELLA SPINA ed OLTRE e con tutti gli affluenti di destra provenienti da BAGNOLI/MONTELLA già secchi a LUGLIO

( -Lo Iennarulo secco subito a monte dello sversamento del depuratore di contrada CERRETE visibile, con la sua portata, nella seconda FOTO. )

FIume-Calore-foto-4FIume-Calore-foto-5

 (Salvo lo IENNARULO che porta i liquani di fogna dal depuratore di BAGNOLI che, anch’esso, non assicura depurazione significativa – come si vede anche dai tweet successivi sullo Iennarulo  di Bagnoli/Montella e sul Calore ricevente :

< https://twitter.com/drangelocapone/status/889451956632248321>. < https://twitter.com/drangelocapone/status/889706147908866048 > –

 EUTROFIZZAZIONE del Torrente IENNARULO proveniente dalDEPURATORE di BAGNOLI nei pressi del Ponte di SAN FRANCESCO e del fiume CALORE intorno al Ponte della CARPENETA

FIume-Calore-foto-6 FIume-Calore-foto-7 FIume-Calore-foto-8

Non credo di dover aggiungere altro, oltre l’ultimo appello a TUTTI I LIVELLI ISTITUZIONALI che, inquanto TALI, devono dimenticare  correlazioni di provenienza e/o di parte  o di “cordata” e dimostrare SENSO dello STATO.

ORMAI il DRAMMA sta diventando disastro : LA SECCA del Fiume CALORE è già  oltre la”PELATA”, risale velocemente e perciò, da ieri ad oggi,  è giunta  oltre il ” miticoCHIUPPITO  per i Bagni “.  

La CASCATA/PELATA della MADONNELLA già è solo un rigagnolo di pochi litri al secondo, poco più dell’acquua che col tubo dell’ ENTE IRRIGAZIONE stanno cercando di mitigare la pericolosità delle acque di fogna di Baruso sversate direttamente nel fiume CALORE. Qui! NeoCaput Fluminis.  Nei prossimi giorni assisteremo all’agonia della seconda CASCATA, detta della MADONNELLA, all’altezza della prima Cava storica BASILE. Sulle altre, oltre, verso il Varo della SPINA, stendiamo un velo pietoso per l’indecenteGROVIERA in bella vista.

All’altezza di una di queste il fiume subisce un notevole INCREMENTO dell’INFILTRAZIONE delle acque a causa di presunta CARSOFRATTURAZIONE delle rocce calcaree tettonizzate, anche se io ho un’altra ipotesi da verificare.

Stamane un grandeAIRONE volteggiava sul fiume e sulle pozze residuali alla ricerca di TROTE FARIO che, fra poco, saranno pancia in aria per carenza di ossigenazione delle acque.

Derivare un pò di acqua dell’Ente Irrigazione direttamente alla CASCATA del Ponte ré lo JUMO, per salvare qualche quintale di trote, non sarebbe cosa difficile e, almeno per augurio, daremmo alla PELATA l’impressione del sussistere della VITA.

Tutt’ intorno già è MORTE nel silenzio tombale del NON FRAGORE della caduta e dello scroscio delle acque IRPINE per eccellenza.

Verrebbe di gridare :” AIUTOOO…!!!” Ma a chi ???… Tutt’intorno continua, MEDIA inclusi, cartacei e non, un SILENZIO ASSORDANTE.

Allego foto di stamane da pubblicare assieme all’articolo precedente inviato il 14 luglio, quando la Pélata “UMMIAUA” o “OMMIAVA” ancora.

Ora è DESERTO e, ripeto, presagio di MORTE. Un TOTEM che perde valenza ancestrale.

Tanto dovevasi solo per dovere civico di cittadino.

Contesualmente , come visto, dal versante BAGNOLESE di destra idrografica tutti gli affluenti sono secchi (anche per motivi di captazione di sorgenti per uso idropotabile)  :  LACINOLO/ACERA, FONTANAUDDI/MULINIELLO , IENNARULO ALTO preDEPURATORE etc. Viene da chiedersi come mai “quest’area di BACINO”, con paesi limitrofi e interconnessi e/o interdipendenti per scelte infrastrutturali , di salvaguadia e di gestione e uso del territorio, abbiano dovuto fare tre depuratori, tre aree industriali, tre promozioni turistiche, tre piani d’irrigazione, (( per questo si spera in un azione comune per la realizzazione dell’invaso/diga dell’ACERA/MACERA polivalente e per rettifiche/mitigazioni di curve della BAGNOLI-CROCI di ACERNO e della MONTELLA-ACERNO-MONTECORVINO ROVELLA…)), tre piani CAVE  (mai fatti né a Montella, patria d’improponibili GROVIERE, né a BAGNOLI e Cassano dove, per fortuna, non hanno continuato dopo le prime piccole coltivazioni tentate), tre piani discarica/che, tre Piani antincendio, tre piani per Pascoli, regimazione acque, per fauna e flora … E NON FARE, invece, come primo esempio :  Un solo DEPURATORE tra MONTELLA e CASSANO , nell’area più valliva  ISKA/SALECONITO, << senza intaccare –  come per il Nuovo Depuratore, c on condotte di raccordo profondissime-  aree a rischio per deflussi  sotterranei  da meglio definire e/o aree con insediamenti rurali e archeologici e compresi tra le montellesi , importantissime sorgenti “Bagno della REGINA” e la sorgente perenne “FONTANA R’AUSTO”  – tra “Ponte Romano di Stratola” e “Ventara della CARPENETA”-   la cui provenienza è tutta da verificare) >> oltre le grandi sorgenti di MontellaBAGNO/Cassano ( in zona non connessa e/o  dopo le   aree sorgentizie importanti) raggiungibile  con TUBAZIONI di raccordo poco profonde, senza falda acquifera, e ubicate su direttrici con pendenze simile al CALORE, e infine,  giustamente,  come parte del  RISTORO,  da essere FINANZIATO, per costruzione e gestione nel tempo,  quasi interamente dalla REGIONE PUGLIA che riceve le ACQUE  da noi salvaguardate ?? Attualmente l’AQP  gestisce solo le aree di captazione in s.s. .

Acque che provengono dalle viscere dei nostri territori  ((Massiccio del CERVIALTO compreso che, in profondità,  drena acqua di falda alle sorgenti di Caposele))  vincolati e bloccati per assicurare potabilità e purezza alle acque sorgive incontaminate e addotte verso la Puglia(AQP) da Montella/STRATOLA, in galleria verso Caposele,  e  verso Napoli ( Col SERINO). ( “Santuario n 1 d’Italia dell’ACQUA”  perché 6-7 milioni di abitanti meridionali si “dissetano” della “Nostra” acqua incontaminata).

E… per non parlare di AREA INDUSTRIALE che,  per es. a Montella, stranamente, risulta ubicata nel migliore, fertilissimo  terreno (pianeggiante, agrario, vegetale con HUMUS frutto di 30-40.000 anni di pedogenizzazione, irriguo e arricchito di fertilizzanti elementi piroclastici Flegreo-Vesuviani…) esistente  nel raggio di 30 Km e pergiunta a quota compresa tra 470-540 slm e non a 700 e oltre,  come la Piana del Dragone, pergiunta  non irrigua???  Ciò! quando, al contorno,  non si contano gli ettari di terreni argillosi (creta) e improduttivi, dove la “Terra è tosta e lo rampino ti rompe r’òssa”  come dicevano e “zonizzavano” i nostri AVI capaci di fare differenze VOCATIVE empiriche ed oggettive. Industrie  messe, pergiunta, su terreni di substrato alluvionali, con falda acquifera presente, in genere, alla profondità compresa tra “30-35m e anche   2-3 m” su tratti della direttrice  San Francesco-Bagno della REGINA . Si è ancora in tampo a bloccare l’espansione ulteriore, a riconvertire quelle già edificate e a rischio inquinamento, anche per potenziali incidenti vari,  e lasciare all’agricoltura biologica il non insediato. Qui siamo all’assurdo: l’unica struttura potanziale, a zero capacità inquinante,  è stata costretta a trovare ubicazione in un sito industriale  bagnolese radicato su terreni argillosi e, perciò,  senza falda acquifera inquinabile nel sottosuolo. Sulle Acque di Bagnoli poi… si rimanda a pregressi articoli su  PT39 e si ribadisce l’esigenza di rimpinguare, di salvaguardare in assoluto da infiltrazioni inquinanti nell’area che sottende il paese e le periferie costituite da brecce continentali di San Martino, SantaBarbara e Castello/Torre con acque della falda acquifera  basale defluenti verso il MULINIELLO. E’ importante ripristinare le perdite di rete, in un arco di tempo economicamente  possibile,  ma è ancora più importante non inquinare anche  perché , in ogni caso,  le perdite rivanno prevalentemente alla falda acquifera della sorgente Muliniello totalmente captata. Risulta oltremodo importante non velocizzare il deflusso in zona captazione al fine di evitare uno  svuotamento facilitato e quindi una diminuzine di portata, in genere tardo estiva/autunnale. Salvo casi come quest’anno che ha anticipato le carenze.

FiumeCALORE, al Ponte ROMANO della LAVANDAIA, SECCO in assoluto e conCASCATA asciutta

FIume-Calore-foto-9

 Penso di aver reso l’idea circa le motivazioni di un doveroso, necessario, ed utile per tutti,  bisogno comune di gestione del territorio e di sviluppo dell’ALTA VALLE del CALORE IRPINO.

Angelo CAPONE   (5/11/1946 – per ragioni di omonimie)

Per eventuali approfondimenti cerca su :

– PT39 , Montella.EU, Twitter ( angelocapone @drangelocapone  ),

– Google (https://plus.google.com/u/0/103046485032721827748) e su

– facebook (https://www.facebook.com/angelo.capone.315) / o su

– youtube (https://www.youtube.com/channel/UCOzTvOIhZpIcBw8egbgt11Q)

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P.S. Stamane sono riuscito, alla base della CASCATA della LAVANDAIA a fotografare la prima TROTA FARIO MORTA dopo che altre, nei giorni scorsi, sono state salvate col retino e reimmesse al Rajo dell’ACCELLICA.

Potete pubblicare anche questa foto allegata, purtroppo, senza i bellissimi puntini rossi del dorso delle FARIO. Qui la MORTE è “bianca”!?? e fin ora, nei luoghi delle ISTITUZIONI, e non solo, non ha fatto “RUMORE”. Panta rei … ma dove ? Nel senso: “dove stiamo andando?? Con quali valori e  con quale etica socio-culturale e naturale/paesaggistica , nell’era della consapevolezza?
 
FIume-Calore-foto-12

                                                                                                       

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