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Organo della Chiesa Madre: storia del restauro

22.09.2014, Dal sito web del restauratore Pietro Corna

Il magnifico organo della Chiesa Madre di S. Maria Assunta in Bagnoli Irpino, come attestato da una scritta autografa presente all’interno del somiere maestro, fu costruito dall’organaro Silverius Carelli di Vallo Nuova di Lucania nell’anno 1795. Si tratta di uno strumento di eccezionale valore storico artistico, costruito con grande maestria e mediante l’uso di materiali di prima qualità e tecniche di lavorazione tradizionali in uso fin dal rinascimento.

Nel corso della storia, come purtroppo spesso avviene lo strumento venne pesantemente modificato e riformato secondo le mode e le tendenze in voga.

Nel 1959, ad opera della ditta Galasso
, di “Giuseppe e figlio Antonio”, lo strumento subì i seguenti interventi di “riforma”:
-sostituzione della tastiera originale con una nuova tastiera ad uso pianoforte;
-eliminazione di due mantici originali a cuneo e sostituzione degli stessi con un unico mantice di tipo moderno a lanterna, avente caricamento a pompe azionate a manovella;
-stravolgimento totale del sistema originale di registrazione, mediante l’eliminazione dei 13 pomoli in ottone che si trovavano a fianco della tastiera e accorpamento di tutti i registri in 6 pomoli in legno posti sopra la tastiera, uso harmonium;
-eliminazione di tutta la meccanica corrispondente per il comando dei registri;
-eliminazione delle canne della Voce Umana e trasformazione del registro Principale Secondo in Voce Umana;
-eliminazione degli accessori Zampogna e Uccelliera;
-modifica e innalzamento del corista e del temperamento originale mediante il taglio a squarcio di tutte le canne;
-tinteggiatura delle canne di facciata con vernice sintetica color argento.

Anche se pesantemente modificato l’organo venne utilizzato fino al giorno del terribile terremoto che nel 1980 colpì in maniera funesta tutta la terra Irpina e non risparmiò neppure l’organo Carelli, causando, anche per via della debolezza di un crivello logorato dal tarlo, un vero e proprio collasso generale di tutte le canne interne, con schiacciamenti generalizzati, rotture alle saldature e deformazioni delle anime etc.

Da allora, l’organo rimase muto, e non venne mai apportato nessun tipo di intervento, fino al primo Agosto 2006, data di inizio dei lavori di restauro.

Collocazione e prospetto

L’organo della Chiesa Madre di Bagnoli Irpino, è collocato entro una monumentale cassa lignea settecentesca, finemente intagliata e decorata con oro zecchino. È posto su di una grande cantoria in testa al Coro, alle spalle dell’altare maggiore.
Il prospetto dell’organo è costituito da 35 canne in lega di stagno ed è suddiviso in tre campi distinti (13 + 9 + 13). Le canne dei rispettivi campi sono disposte a cuspide. Il profilo di ogni singola cuspide è “bombato” e forma un leggero arco rivolto verso l’esterno. Le bocche sono allineate con labbri superiori a mitria. La canna maggiore corrisponde al Si meno 1 del Principale 8’piedi. I supposti in legno delle canne di facciata sono posti anteriormente; essendo di imponente mole, riccamente intagliati e dorati, costituiscono un ulteriore importante elemento decorativo del prospetto.

Tastiera e pedaliera e comando registri

La tastiera è stata ricostruita, poiché quella esistente (Galasso 1959) non aveva nessuna corrispondenza con le misure e la tipologia costruttiva degli organi Carelli.
Per la sua ricostruzione sono state prese a modello alcune tastiere di organi napoletani storici del periodo, in particolare per la forma dei capotasti sono utilizzate le misure e la tipologia costruttiva rilevate dall’organaro Nicola Canosa su un organo Carelli del 1750.

Estensione 50 tasti (Si-1 / Do 5), con prima ottava ad estensione cromatica.
Telaio, frontale e capotasti, finemente lavorati a mano in noce nazionale; tasti in legno di castagno con coperture in bosso italiano per i diatonici, in noce con copertura d’ebano per i cromatici.
I frontalini dei tasti hanno la tipica lavorazione a chiocciola.

La pedaliera è originale ma con telaio e due pedali ricostruiti a causa della notevole presenza di tarlo che ne aveva compromesso la solidità. È del tipo a leggio con estensione cromatica (Si-1 / Re2), costruita in legno di noce, si compone di 16 pedali.
Il comando dei registri è stato completamente ricostruito, sia nella parte esterna che nella meccanica interna. Si compone di 15 tiranti a pomello in ottone fuso e uno in noce (tiratutti). Sei pomoli sono originali e sono stati rinvenuti all’interno dell’organo nel corso dello smontaggio, quelli nuovi sono stati fedelmente ricostruiti in ottone fuso, mediante la realizzazione di uno stampo in sabbia refrattaria.
La meccanica relativa ai tiranti dei registri è stata ricostruita in perfetto stile storico, attraverso la costruzione di catenacci in ferro battuto, ancorati su una spessa tavola in legno di pioppo, per mezzo di strangoli in ottone.

Tutte le restanti parti meccaniche dell’organo sono originali. Le catenacciature di riduzione dalla tastiera, al somiere maestro e verso i somieri accessori dei Contrabassi, sono realizzate in ferro battuto e ancorate su tavole di legno di castagno, per mezzo di strangoli in ferro.

Manticeria

L’organo di S. Maria Assunta di Bagnoli, come già accennato, al momento dello smontaggio non disponeva più dei mantici originali, ma di un solo mantice a lanterna, realizzato con legno compensato.
La manticeria attuale è stata ricostruita e posizionata, come all’origine, dietro la cassa dell’organo. Si compone di due mantici di nuova costruzione su modello storico.
Sono di tipo a cuneo con 5 pieghe di apertura, realizzati in legno di pioppo; impellati sia all’interno che all’esterno con pelle bianca d’agnello.
L’organo in caso di mancanza di elettricità può ancora essere azionato manualmente da una persona, tramite due stanghe a leva.
Ovviamente oggi lo strumento è stato dotato di un nuovo, silenziosissimo elettro ventilatore, con auto regolazione dell’aria a tendina, che mantiene una costante pressione al flusso dell’aria .

Somieri

Il somiere maestro è a tiro e conta 50 canali e 13 stecche. Si costituisce di 2 parti perfettamente combacianti fra loro e con le stecche dei registri giuntate centralmente tramite dei ganci in ferro. Le parti principali del somiere: sezione dei canali, stecche montanti e coperte superiori, sono in legno di noce scuro; la tavola di chiusura della secreta, è in legno di castagno.
Anche i ventilabri sono in castagno e sono numerati sul fronte, da sinistra verso destra (1-50). La chiusura dei canali è tramite aste in noce, coperte da pelle bianca d’agnello; la chiusura del somiere nella parte anteriore, è mediante 4 antelle in noce ad incasso, impellate e fermate da piccole farfalle.

L’ordine dei registri dalla facciata verso l’interno è il seguente:

Principale I
Voce umana
Principale II
Ottava
Flauto in VIII
Flauto in XII
Quintadecima I
Quintadecima II
Decimanona I
Decimanona II
Vigesimaseconda
Vigesimasesta
Vigesimanona

Il somiere della basseria è in legno di noce, in due sezioni giuntate e comunicanti all’interno. È posto sulla parete di fondo della cassa. Come il somiere principale anche il somiere di Contrabassi è realizzato con le medesime caratteristiche: legno di noce massello, con canali direttamente scavati nella tavola superiore.
Entrambi i somieri sono stati completamente smontati, hanno subito un accurato trattamento antiparassitario, ogni loro parte è stata restaurata mediante: sostituzione delle pelli logore, pulitura di tutte le parti senza l’utilizzo di materiali abrasivi, ricomposizione di alcune parti rovinate dall’azione del tarlo, mediante l’asportazione delle zone rovinate e l’inserimento di tasselli in legno omogeneo, che sono stati successivamente lavorati a regola d’arte. Sono inoltre state sostituite tutte le guarnizioni e tutte le molle dei ventilabri in ottone, poiché le originali erano troppo logore. Dopo la finitura a base di cera d’api, sono stati ripristinati tutti i giusti parametri di funzionamento di stecche, ventilabri, molle etc.

Crivello

Il crivello di sostegno, responsabile della tenuta verticale di tutte le canne in metallo, è stato costruito nuovamente secondo lo stile di quello originale, del quale erano rimasti alcuni pezzi, poiché andato distrutto col terremoto. È stato ricostruito fedelmente e a regola d’arte, in legno massello di pioppo, forato e ripassato a fuoco.

Materiale fonico

La parte fonica dell’organo di Bagnoli Irpino, come già precedentemente affermato e come le immagini scattate prima del restauro testimoniano eloquentemente, versava in uno stato di totale degrado. Anche in queste condizioni però, non era difficile capire che si trattava di materiale di grande qualità. Il restauro non ha potuto che confermare questo dato.

Con meticolosa pazienza si è proceduto ad un accurato lavaggio con acqua e sapone al fine di eliminare tutta la sporcizia e le incrostazioni presenti, si è quindi passati ad una prima fase di riordino e ricomposizione delle file dei registri. Fatto abbastanza insolito, che ha complicato ulteriormente il riordino dei registri, è stato l’aver constatato la mancanza totale di numerazioni o segnature sulle canne.
A questo punto si è optato per un riordino delle file tramite la calibratura dei diametri. Si è passati al laborioso e paziente lavoro di tondatura di tutte le canne. Sono state accuratamente ribattute tutte le schiacciature presenti, sono stati risaldati gli squarci e ricomposti i vari registri secondo l’ordine originale.
Molte delle canne, soprattutto le piccole appartenenti al Ripieno, erano scomposte in due parti, piede e corpo. Anche queste canne sono state accuratamente ricomposte e hanno ritrovato la loro posizione all’interno dell’organo. È stato inoltre necessario procedere all’allungamento di un buon numero di canne che risultavano tagliate, rispetto alla quota originaria.

Tutte le canne mancanti sono state ricostruite con cura seguendo lo stile costruttivo e le percentuali di fusione delle superstiti.
Fatta eccezione per il Principale 8’ di facciata, che è in lega di stagno quasi puro, tutte le canne in metallo, sono realizzate con spesse lastre di piombo al 98 %, martellato e lavorato secondo criteri antichi. Va infatti detto che l’organo Carelli di Bagnoli, pur essendo di epoca piuttosto avanzata, a ridosso del diciannovesimo secolo, presenta caratteristiche di fabbricazione di tipo rinascimentale, in uso nel quindicesimo e sedicesimo secolo.

Le 16 canne in legno, appartenenti al registro dei Contrabassi, sono di straordinaria bellezza, costruite in legno di castagno con i labbri superiori delle bocche, riportati con legno di noce. Le loro dimensioni sono reali e la canna maggiore (Si -1) misura ben 5,4 m d’altezza! Il loro stato di conservazione era pressoché ottimo, il restauro ha comportato solamente la loro pulitura e un trattamento preventivo antitarlo.
In ultimo sono stati ripristinati i due effetti accessori di: Zampogna, 2 canne ad ancia (Fa – Do) e Uccelliera, comprendente 2 piccole canne e una vaschetta per d’acqua in piombo.

Numero totale delle canne 627 + 2 canne per gli usignoli e 2 canne per la zampogna
Totale in metallo 615
Totale in legno 16
Totale canne nuove ricostruite 141
Totale canne allungate 32
Con piede e anima antica, tuba nuova 38

Schema ritornelli Ripieno:

DECIMANONA
VIGESIMASECONDA
VIGESIMASESTA
VIGESIMANONA

ritornella Fa# 43
ritornella Do# 38
ritornella Fa# 31 – 43
ritornella Do# 26 – 38

Pressione del vento: 48 mm in colonna d’acqua
Corista dell’organo 403 Hz a 13 C° con il 62% di umidità
Temperamento Inequabile

Nella presente relazione, sono stati volutamente omessi tutti i dati puramente tecnici e le schede di rilevamento della misurazione delle canne, che comunque sono conservati presso l’archivio della Ditta.

Ditta restauratrice: Pietro Corna – costruzione e restauro organi a canne
Casnigo (Bergamo).
Collaboratori della ditta: Nicola Ruggeri, Patrizia Bonardi.

Pietro Corna

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Le foto



                                                                                                       

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