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I 400 colpi meccanici di Mommy

21.02.2017, di Alejandro Di Giovanni (da “Fuori dalla Rete” – Gennaio 2017, Anno XI, n.1)

Rubrica “Fettine dalla CineMacelleria“.

FIlm-MommyAlle 22 di sera di un freddo mercoledì di gennaio, con la neve che aleggia lontana chissà dove, la scelta cinematografica ricade su un film rimasto troppo a lungo in cima alla “lista di film da vedere”, è arrivato il turno di Mommy (2014, del giovanissimo fenomeno Xavier Dolan).

Già dalla prima scena, la rappresentazione iconografica biblica viene messa in scena con la mela raccolta da una donna apparentemente adusa al peccato, ma è ingannevole, perché questo modello viene del tutto sovvertito: la donna è una mamma (Mommy), che più che Eva, sembra incarnare una madre protettrice e oltremisura amorevole, che sembra avere più le sembianze di una Maria moderna (apparenze a parte).

E’ la storia complicata di una madre alle prese con un figlio che soffre di crisi nervose e disagio sociale, ingestibile, indomabile e rifiutato dall’istituto sociale dove era ricoverato. La convivenza si rivelerà travagliata, burrascosa, ma arriveranno momenti di autentica felicità e serenità, anche grazie all’ingresso nelle loro vite della vicina insegnante timida e balbuziente (in uno di questi momenti Steve, il figlio, allarga l’immagine claustrofobica dello schermo fino alla gaudiosa 16:9). Tre vite difficili, problematiche, tre mondi fragili che collimano e, in qualche modo, rinascono. 

E’ la ribellione giovanile di Antoine ne “I 400 colpi”, la fuga e la corsa dei tre in cerca di libertà e rinnovamento sulla riva, è quella di Antoine che fa altrettanto andando in fuga incontro al mare, nel suo sguardo di incertezza in primo piano il futuro ideale ipotizzato su Steve. E’ la rabbia di Alex di Arancia Meccanica che la società cerca di riabilitare e reprimere, nella scena finale Steve è Alex che si libera dalla camicia di forza e corre incontro alla libertà, spiriti liberi e incontrollabili, giovani, violenti e incuranti. Antoine, Alex e Steve, un racconto sulla sofferenza e il disagio dei giovani, un elogio alla follia, un inno alla libertà e alla bellezza dolente della giovinezza lungo oltre cinquanta anni; è il racconto però anche e soprattutto di una mamma, Diane, del coraggio e della determinazione, dell’amore unico che solo una madre può provare, della forza e delle prove che solo una madre può superare, della speranza finale che, in fondo, solo una madre può sentire e sostenere.

Così, all’una circa di notte, in attesa della tormenta di neve che ancora non giunge, un ghigno mi coglie alla finestra, un’altra attesa era stata intanto soddisfatta: il cinema d’autore contemporaneo, con Xavier Dolan e il suo dolente Mommy, ha battuto un colpo, e forse anche più di uno… Volgo lo sguardo alla mia videoteca, merita un posto lì, dove già da anni giacciono fieri I 400 colpi e Arancia Meccanica.

                                                                                                       

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