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“Ngera na vota …”

07.10.2011, Articolo di Pasquale Sturchio

Rieccoci all’inizio di un nuovo anno scolastico, pronti ad impostare una progettazione didattica che miri al raggiungimento di alcuni obiettivi formativi e disciplinari ma anche che vada incontro alle esigenze delle ragazze e dei ragazzi sempre più avidi di attività in cui possano sentirsi reali protagonisti del loro apprendere.

In una società della “conoscenza” e della “cittadinanza planetaria” l’approccio inter-pluri-disciplinare alle diverse aree del sapere costituisce un aspetto essenziale della formazione del discente affinché all’apprendimento di contenuti disciplinari si affianchino una coscienza critica ed una visione complessiva e reticolare dei saperi.

Sviluppare, dunque, competenze attraverso attività stimolanti ( la noia e la demotivazione devono essere ospiti sgraditi nelle aule scolastiche) ed abilità spendibili anche all’esterno del contesto scolastico quali la capacità di organizzare e progettare, la collaborazione nel confronto con idee diverse, il rispetto di regole condivise, l’utilizzo d strumenti multimediali ed il saper apprendere usi e costumi diversi dai propri mettendo in comune le proprie conoscenze, le proprie idee, le proprie abilità extra- scolastiche…

È più che mai necessario interrogarci sui modi e le strategie che possiamo utilizzare per riuscire a coinvolgere una generazione di utenti completamente diversi da noi, nati e cresciuti in un cosmo di stimoli assolutamente dissimili da quelli che hanno caratterizzato la nostra formazione…e con la memoria ( ogni tanto va in “tilt”) mi tuffo nella mia infanzia per rievocare momenti e pezzi di “civiltà contadina” che le nuove generazioni, purtroppo, possono conoscere ed ammirare (forse) solo navigando ed approdando come naufraghi su qualche isola, pardon! sito w.w.w … nell’infinito, procelloso oceano di Internet.

In illo tempore … frequentai le scuole elementari: le classi erano rigorosamente distinte in maschili e femminili. In prima elementare eravamo numerosi, qualcuno era già ripetente! In quinta, del gruppo originario eravamo pochissimi…tra noi ed il resto della classe c’era una differenza di età anche di cinque anni!!!

Ogni mattina un claudicante bidello riempiva il bicchierino di inchiostro incastonato nei duri banchi apparigliati…

Quando il maestro entrava in classe, in piedi, lo salutavamo…sulla cattedra, sopraelevata, ben in vista lo spauracchio della “bacchetta” che quotidianamente ci riscaldava le manine… (l’alfabeto a memoria, le tabelline a memoria, la coniugazione a memoria, le poesie a memoria…la postura, i compiti domestici, la calligrafia, il comportamento…!!! Che accaparrava il 51% delle bacchettate!).

Solo in Crocefisso proteggeva la scolaresca!… ricordo che la scuola iniziava il 1° di ottobre ma la maggior parte di noi frequentava assiduamente le lezioni solo dopo “i morti” perché impegnati nei lavori dei campi, in particolare nella raccolta delle castagne (qualcuno seguiva “la transumanza” e lo si rivedeva solo dopo Pasqua!!!).

Dopo la festività di San Francesco, patrono d’Italia, iniziava la raccolta delle castagne. Giorno  dopo giorno i ricci maturi si aprivano lasciando cadere il frutto che ricopriva il verde sottobosco di un vellutato splendente marrone. Il paese si spopolava, i castagneti si animavano: bambini, donne, uomini, anziani, tutti impegnati “cu li culi p’ l’aria, cu la facci p’ terra” a raccogliere quei frutti che un tempo costituivano il pane dei poveri! Era un lavoro duro e faticoso, non c’erano né strade, né mezzi di trasporto né guanti … si raccoglievano le castagne con le mani nude, spesso sotto la pioggia!  Quelle fatiche, quei sacrifici erano ripagati con un po’ di soldi sufficienti a comperare il necessario, il superfluo ancora non esisteva!

Durante i mesi invernali era bello passare le serate tutti riuniti accanto al fuoco, i grandi sbucciavano le saporite caldarroste bevendo un buon bicchiere di vino, i più piccoli succhiavano “li vallini” ascoltando rapiti “li cunti” dei nonni che inesorabilmente iniziavano con “ngera na vota” con l’unica variante possibile “Na vota ngera”!

                                                                                                       

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