Articoli

Raccolta di articoli, opinioni, commenti, denunce, aneddoti e racconti, rilevati da diverse fonti informative.

Avvisi e Notizie

Calendario degli avvenimenti; agenda delle attività; episodi di cronaca, notizie ed informazioni varie.

Galleria

Scatti “amatoriali” per ricordare gli eventi più significativi. In risalto volti, paesaggi, panorami e monumenti.

Iniziative

Le attività in campo sociale, culturale e ricreativo ideate e realizzate dal Circolo “Palazzo Tenta 39” (e non solo).

Rubrica Meteo

Previsioni del tempo, ultim’ora meteo, articoli di curiosità ed approfondimento (a cura di Michele Gatta)

Home » Articoli

Intervista a Rodolfo Salzarulo Sindaco di Lioni

04.03.2015, A cura di Giulio Tammaro (da Fuori dalla Rete – Marzo 2015, Anno IX, n.2)

Prosegue il viaggio del giornalino “Fuori dalla Rete” fra i comuni dell’Irpinia. Partiti da Montemarano e proseguiti verso Montella, in questo numero ci siamo fermati a Lioni, la piccola e dinamica cittadina da sempre considerata il crocevia dell’altirpina.

Al Sindaco Rodolfo Salzarulo, alla guida del Comune dal 2006, abbiamo proposto alcune domande inerenti alle problematiche che interessano innanzitutto il suo paese e tutta l’Altairpinia e quali sono dal suo punto di vista le soluzioni per superarle.

Ribadiamo, a scanso di equivoci, che la finalità di questa intervista, è quella di cercare di conoscere le problematiche che affliggono i Comuni limitrofi a Bagnoli, se sono simili o diverse dalle nostre e quali sono le soluzioni e le prospettive di sviluppo.

Cogliamo infine l’occasione per ringraziare il Sindaco Rodolfo Salzarulo per la disponibilità e la cortesia dimostrata nei nostri confronti e gli auguriamo un buon lavoro.

È stato eletto Sindaco di Lioni nel 2006 e riconfermato nel 2011. Cosa ha realizzato l’amministrazione Salzarulo in questi due mandati? E quali sono gli obiettivi per questi ultimi due anni?

Il tempo trascorso è lungo. Cercherò di riassumere tra grandi e piccole cose realizzate. La nostra azione ebbe inizio con la bonifica del quartiere Fontana Vecchia, in cui furono completate le urbanizzazioni; poi pavimentammo il Corso e la piazza del Municipio in modo da non dovervi fare manutenzioni costanti; costruimmo la nuova ala del Palazzo Comunale che oggi ospita il Consorzio dei Servizi Sociali. Nel contempo demmo il via al piano di sgombero delle aree di prefabbricati che ancora ospitavano famiglie (Serro di Morra e Area 7): fornimmo loro alloggi di transito e avviammo la costruzione di 206 case popolari. Di queste oggi ne sono assegnate circa 80 e, entro l’anno, completeremo con le altre 126 assegnazioni.

Procedendo con ordine. Abbiamo chiuso la variante del Piano Regolatore Generale e approvato il nuovo Regolamento Edilizio. Nelle prossime settimane apriremo il confronto con tutti i soggetti sociali e politici per fare il Piano Urbanistico Comunale e il SIAD (Strumento di Intervento per Apparato Distributivo).

Stiamo proseguendo a fatica nel completamento della ricostruzione (definita al 97%), in cui abbiamo azzerato da anni ogni giacenza ed emesso decreti-concessione a valere sui fondi (2,2 milioni di euro) assegnati e non ancora erogati: saremo pronti a dare i contributi ai cittadini in tempo reale appena i fondi saranno in cassa. Stiamo procedendo con i contratti di permuta tra il centro e i piani di zona, in cui abbiamo messo a punto il metodo per la soluzione.

Abbiamo ristrutturato una vecchia scuola materna e costruito un nuovo asilo nido, con offerta per 50 bambini. Il vecchio asilo è in fase di ristrutturazione: a breve sarà un polo per i giovani e cultura. Nel contempo stiamo mettendo in gara un polo di aggregazione socio-culturale nel vecchio palazzo Romero, che abbiamo dovuto ristrutturare con interventi per la resa antisismica.

Abbiamo attrezzato un moderno polo sportivo, portando a compimento lo stadio e il palazzetto dello sport, oltre ad avere attivato campi di calcetto e aree attrezzate per lo sport in zone decentrate.

Abbiamo completato le infrastrutture di due aree della lottizzazione PIP; in questi giorni, finalmente, abbiamo stipulato il contratto di appalto per la ristrutturazione dell’area commerciale e per la costruzione di dodici blocchi modulari per imprese artigiane e di servizio, da realizzare all’ingresso est del paese, che è anche l’ingresso adeguato al centro commerciale.

Abbiamo completato e ampliato il depuratore, adeguandolo alle più moderne tecnologie di depurazione e, quindi, abbiamo potuto allacciarvi le fogne (già costruite) di Oppido e Santa Maria del Piano (contrada con circa 1000 abitanti). Abbiamo completato o rifatto l’acquedotto rurale in molti tratti. Più di ogni altra cosa, però, abbiamo realizzato un’area di stoccaggio per i RAEE (rifiuti elettrici ed elettronici) e un’altra per la raccolta dedicata ai rifiuti differenziati (carta, cartone, plastica, vetro, lattine) su cui abbiamo costruito un moderno sistema di raccolta, che ci ha fatto superare il 70% nella differenziata, ottenendo un risparmio netto sulla bolletta per i cittadini. Presto faremo la raccolta porta a porta anche nelle contrade rurali.

Ovviamente, ed è sotto gli occhi di tutti, oggi viviamo il problema delle grandi incompiute, da quando la Regione ha sospeso i pagamenti, a causa del suo patto di stabilità. Parlo, anzitutto, di Piazza della Vittoria, del grande parcheggio di Via Torricella, dell’autostazione, del centro servizi per l’agricoltura. Abbiamo avuto assicurazione che a breve la situazione finanziaria della Regione si normalizzerà: con essa anche noi potremo completare queste opere.

Oltre alla carica di Sindaco ha ricoperto la carica di consigliere nell’anno del terremoto del 1980. Cosa ricorda di quell’esperienza?

Nel giorno del terremoto c’era in atto la crisi amministrativa. Poi cambiò tutto. Anche se per poco. Trascorse la notte, in cerca di sopravvissuti tra le macerie da scavare a mano, e la prima mattinata a mettere in piedi i primi punti di soccorso. Poi ci vedemmo, i consiglieri comunali presenti, nella sede del Consorzio Agrario, fuori dal centro devastato. Decidemmo di coordinarci, di attribuirci tutti la funzione di “vicesindaco” e di operare come un solo uomo. Quello che ricordo è che costruimmo una grande solidarietà e altrettanto grande capacità operativa. A me toccò di tenere le relazioni con le organizzazioni esterne: il commissariato di governo, l’esercito e le altre forze dell’ordine, i volontari. Conservo memoria che furono giorni di grande attività: vennero centinaia di volontari, e tutti trovarono qualcosa da fare. Passammo dalle tende alle roulottes e poi ai prefabbricati. A quel punto, però, sistemata la gente in alloggi sicuri, riprese anche la normale battaglia politica, già nelle scelte per gli indirizzi nella ricostruzione.

Qual è la difficoltà più grande che oggi incontra un Sindaco? E quali problemi si trova ad affrontare, in particolare, oggi la sua amministrazione?

Dagli ultimi sette anni stiamo scontando la più grande crisi che l’occidente abbia vissuto dalla prima guerra mondiale. Gli effetti più devastanti si sono rovesciati proprio sulle comunità locali e, in modo assoluto, sulle nostre in Regione Campania. Da tre anni, ormai, paghiamo direttamente i mutui che avevamo contratto con la garanzia regionale e non ci vengono rimborsati. Abbiamo avviato opere pubbliche con finanziamenti della Regione, e i lavori sono fermi al palo. Tutto questo, come è ovvio, si traferisce sulle relazioni interne ed esterne all’amministrazione, anche in termini di rapporti umani e politici. E si somma alla difficoltà che è propria del mandato elettivo popolare. Con l’elezione diretta, infatti, da una parte si è garantita la continuità dell’esecutivo, da un’altra si è posta in capo ad ognuno degli amministratori la responsabilità di tenere unito il gruppo. E questo, a volte, implica cadute nella coesione che immobilizzano anche l’azione politica e gestionale.

Negli scorsi mesi c’è stata tensione nella sua maggioranza. Sono state revocate alcune deleghe ai suoi assessori. Tutto rientrato, chiarito, o dobbiamo aspettarci elezioni anticipate a Lioni per la prossima primavera?

Le tensioni erano derivate, appunto, da relazioni insoddisfatte. Per un verso la gran parte dell’azione dell’amministrazione si scarica sul Sindaco. Per un altro questo produce una certa insoddisfazione nei consiglieri delegati. Se a questa condizione normale si somma anche l’insoddisfazione per il reale rallentamento nel conseguimento dei risultati, dovuto al fermo dei finanziamenti della Regione per opere autorizzate e non compiute, allora il quadro è completo. Oggi le tensioni sono sopite. La maggioranza ha un componente in meno ma, comunque, va avanti nel suo lavoro.

Ci racconti un po’ il suo paese?

Quando assunsi il primo mandato, Lioni aveva 49 unità di personale. Oggi ne ha 37, perché i pensionati non vengono sostituiti. Fino al 2010 abbiamo ricevuto, dallo Stato Centrale con qualche integrazione regionale, 2 milioni e 600 mila euro. Nel 2015 avremo solo 750 mila euro. Quindi, con 1/3 del personale in meno e 3/8 delle risorse occorre fare tutto quello che si faceva a pieno regime. Inoltre il paese soffre in modo particolare la grande crisi. Su 6300 abitanti si contano oltre mille partite IVA: per forza di cose la spirale della contrazione dei consumi e dei servizi ha colpito il circuito del paese: è andato in sofferenza anche per la contrazione derivata della offerta di lavoro, conseguenza e causa della contrazione della domanda. Imprese hanno chiuso ed altre sono in affanno. È chiaro che la maggiore sofferenza si noti proprio nel centro, in cui ci sono piccole attività che registrano i contraccolpi più pesanti, anche per la concorrenza dei centri commerciali, pure loro a ranghi ridotti. Quello che stiamo facendo, per venire incontro alle esigenze minime, alle condizioni date dalla finanza pubblica, è di accelerare la costruzione della case popolari e mettere a disposizione l’asilo nido a prezzi bassissimi. Oltre a mantenere a livelli bassi i costi del trasporto scolastico. È chiaro che avremmo bisogno di una grande spinta dal versante della spesa pubblica per il rilancio dei consumi. Noi ci stiamo attrezzando e speriamo in una ripresa già nel corso di questo anno.

Lioni è da sempre considerato crocevia dell’altirpina. Questo fattore l’ha reso sicuramente un paese molto dinamico sul piano commerciale. È soltanto una fortuna geografica, se così possiamo definirla, o c’è stata negli anni lungimiranza politica e capacità imprenditoriale dei lionesi?

Alla ovvia condizione geografica favorevole si è aggiunta una forte connotazione imprenditoriale dei lionesi. Qui si è puntato molto sulla iniziativa privata. Le amministrazioni che si sono succedute hanno dovuto assecondare il movimento spontaneo che proveniva dal commercio e dall’artigianato. I piani urbanistici che si sono susseguiti, e gli strumenti regolatori dello sviluppo economico, hanno accompagnato nel tempo le attività private e, talvolta, le hanno forzate. Ogni attività di piano, comunque, in questo paese, deve tenere conto prima di ogni altra questione, quella dello sviluppo economico: è questa la nostra risorsa fondamentale. È quello che faremo nei prossimi mesi con il PUC e il SIAD.

L’Alta Irpinia attende da decenni la realizzazione della Lioni-Grottaminarda, un’opera strategica, finanziata con i fondi europei, considerata da molti una tangenziale delle aree interne e alternativa all’autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria. Come è la situazione ad oggi?

Come per tutte le scelte dell’ultimo decennio, relative alla nostra area interna, abbiamo subìto i tagli e non la compensazione conseguente. È stata chiusa la linea ferroviaria Rocchetta Sant’Antonio-Avellino, che avrebbe potuto essere convertita a trasporto delle merci, al servizio delle aree industriali, costruite lungo il suo percorso. Il tratto stradale da Lioni a Grottaminarda era programmato in continuità con la Contursi-Lioni. Questa fu costruita con i fondi del terremoto. Quella non è ancora cominciata perché ha bisogno di fondi ordinari (MISE e Regione). La situazione ad oggi è che ci sono ancora “pratiche burocratiche al disbrigo”. Anche per questa opera stiamo facendo voti, e lotte, perché si sblocchi: esprimiamo l’auspicio che possa partire in concreto a primavera.

L’industrializzazione a tappe forzate, negli anni della ricostruzione, doveva servire a rendere questa provincia non soltanto area agricola ma anche industriale, ciò non è avvenuto. Quali sono stati gli errori che hanno prodotto questo risultato e ci sono ancora speranze di poter rendere davvero queste zone a carattere industriale?

Dire che non si era creato sviluppo industriale non è del tutto vero. Negli anni tra il 2000 e il 2003, la nostra provincia era la prima nel sud per concentrazione metalmeccanica. Quando, però, si è trattato di competere con i mercati globali, allora il grosso di quelle imprese non ha retto. C’era un solo punto di forza: i lavoratori, che facevano della loro attività una missione. Anche perché alternativa alla emigrazione. Tanti, invece, i punti di debolezza. Anzitutto la selezione delle imprese stesse, non aveva tenuto conto che taluni avessero scaricato sui contributi di Stato sofferenze delle imprese madri collocate altrove in Italia o, addirittura, trasferissero produzioni e metodi obsoleti in queste aree. Si aggiungeva il limite di avere 8 aree e dunque dispersione di risorse gestionali. Poi avevano il forte aggravio dei costi di trasporto, senza la ferrovia e senza una rete viaria adeguata: l’Ofantina incompiuta, e la Lioni-Grotta mai iniziata. Su queste debolezze si innestò la grande crisi del 2008, ancora irrisolta!

C’era, è c’è, una opportunità mancata che faremmo ancora in tempo a cogliere. Accanto a una agricoltura di grande qualità che si sta facendo strada (vino, olio, nocciola, castagna, grano e fieno, derivati del latte) potrebbe crescere una agroindustria con la prospettiva di forte competitività sul piano internazionale. Alcuni prodotti sono già collocati in un ricco mercato delle esportazioni.

Cosa occorre per rendere più efficienti i Comuni? Per abbattere i costi si parla di gestione associata con altri enti di funzioni e servizi, questa soluzione può essere utile al fine di migliorare i servizi al cittadino?

L’associazione nella gestione di funzioni da parte dei Comuni è cosa certamente positiva. Avrebbe bisogno, però, al suo avvio, di risorse aggiuntive. Invece la si vuole fare per risparmiare da subito. In realtà associare funzioni serve a dare organicità di servizi e risposte adeguate ai cittadini. Solo nella prospettiva, quando andranno a regime le sinergie tra i diversi uffici, e quando saranno divenute normali le collaborazioni tra amministrazioni, si avranno anche risparmi. Quello che sicuramente le Unioni di Comuni possono offrire, al di là dei risparmi e preservando le identità delle singole comunità, è un modo di operare che tenga in conto nei fatti la comunità dell’area e non la miopia dei campanili. Oltre a godere dei benefici della rete dei servizi, quando fossero gestiti in reale associazione.

Lioni e Bagnoli Irpino sono paesi confinanti: quali le sinergie e le politiche del territorio che possono essere adottate in comune?

Qualche piccola sinergia esiste già, così poco rilevante da non essere citata. In realtà ci sarebbe la possibilità concreta di creare un flusso integrato di turismo montano. Il tentativo di creare una sponda turistica di transito a Lioni-Gavitoni per un approdo solido a Laceno si è infranto nella assenza della Provincia negli anni passati, precedenti la crisi, e in una rinuncia della regione a uniformare e stabilizzare gli interventi nel turismo delle aree interne. Ci continuerà a far male la concorrenza con i grandi e attraenti centri turistici della costa, se noi non saremo in grado, come comunità nel complesso, a unire le forze, al di là delle esaltazioni di campanile che resterebbero, in ogni caso, pie lamentazioni!

Le nostre montagne rischiano di diventare (ed in parte, purtroppo, già lo sono) delle discariche a cielo aperto. Luoghi appetibili anche per il sotterramento abusivo di rifiuti tossici e speciali. Quali provvedimenti si possono adottare per preservare il territorio e l’ambiente?

Anzitutto occorre dire che lo spopolamento delle montagne ha preceduto di decenni quello dei territori. E poteva essere di monito. Le Comunità Montane, quando hanno funzionato, sono state in qualche modo presidio contro l’abbandono e il degrado. In verità, prima e più che le offese portate dalla mala azione dell’uomo, sul degrado delle montagne gravano le ingiurie della natura. Le nevi e i disgeli, i ruscellamenti e il concentrarsi del sottobosco “morto”, i demani lasciati incolti che si prestano a un franosità puntuale, i tagli boschivi a cui non segue nuova forestazione, la selvaggina a crescita incontrollata, etc. Sono tutti elementi di criticità che determinano lo stato di abbandono, che si è accampato a dequalificare la grande risorsa che era e può ridiventare la montagna. Una grande incompiuta si rileva anche in questo ambito: la inazione del Parco dei Monti Picentini, prigioniero della politica deteriore che i partiti, compreso il mio, stanno conducendo, a danno delle comunità. Privo della Comunità del Parco e di operatori propri, da quando si sono spente le possibilità delle Comunità Montane, il Parco è rimasto una macchia sulla carta. Con il rischio di destabilizzare la più grande risorsa idrica del sud Italia!

Un’ultima domanda: dei tanti mali che affliggono l’Alta Irpinia vi è quello dello spopolamento. Lioni sta subendo questo calo demografico? E qual è secondo lei la soluzione al problema?

Anche Lioni, negli ultimi anni ha subìto una leggera flessione demografica. Ritengo che, tutto sommato, sia contenuta e reversibile. Infatti già si notano i segni dell’inversione. Lioni, come dicevo, non vive da sola. Essa è un bacino su cui confluiscono intorno a 50 mila abitanti dell’area. Se c’è crisi nell’area questa si ripercuote e pesa necessariamente su Lioni. Quindi una rinnovata integrazione con il territorio è la sola risposta che Lioni si può attendere. Le risposte, però, se sono giuste parlano la lingua della risposta nazionale e internazionale alla crisi. A parte, dunque, la ripresa dell’economia generale, per il resto credo di aver già risposto parlando della messa in qualità del territorio, della programmazione urbanistica integrata, della agricoltura di qualità, del rilancio delle aree industriali, che tengano conto anche delle risorse del territorio, della razionalità delle reti viarie. Se in tutto questo riusciamo a cogliere la prospettiva entro cui costruire servizi di qualità per tutte le comunità dell’Alta Irpinia, allora Lioni avrà la sua ripresa. Anche utilizzando in modo integrato le risorse della prossima programmazione dei fondi europei 2014-2020.

                                                                                                       

Lascia un commento!

Devi essere logged in per lasciare un commento.