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Bagnolesina e il maestro Donato Gatta …

07.05.2014, Articolo di Antonella Del Genio (da “Fuori dalla Rete” – Aprile 2014, Anno VIII, n.2)

… nel ricordo del Prof. Giuseppe Di Capua e del nipote Matteo Momi.

Un Paese estremamente variegato e ricco di tradizioni musicali ecco come si presenta l’Italia da un punto di vista etnomusicologico. Valori radicati nel territorio di un popolo, ed in questo caso, differenti da regione a regione. Vicinanza alla montagna oppure al mare, dominazione straniera e condizioni economiche: queste alcune delle più importanti varianti che hanno determinato usi, costumi e cultura di un particolare ambiente geografico. 

L’attività musicale è una componente importante per l’identità di una popolazione o di un gruppo sociale; tuttavia Bagnoli pur non avendo, a differenza di altri paesi limitrofi, una vera e propria tradizione musicale ha una canzone, oggi un po’ dimenticata ma che fino a qualche decennio fa tutti cantavano. Quella canzone è Bagnolesina.

Bagnolesina è anche la canzone più famosa del repertorio artistico di Donato Gatta. I versi furono composti da Giuseppe Di Capua e musicati da Donato Gatta. Da quanto raccontatoci dallo stesso Giuseppe, la canzone nasce nell’immediato dopoguerra. Egli era reduce di guerra,insegnava educazione fisica a Sondrio. L’Italia era divisa in due a causa della guerra e non poteva raggiungere la città in cui lavorava, ragion per cui Giuseppe chiese al Prefetto di Montella aiuto per essere trasferito da Sondrio verso un’altra destinazione lavorativa. Fu così che riuscì ad essere trasferito ad Avellino. Proprio un pomeriggio, mentre stava vicino il focolaio acceso, Giuseppe compose i versi di “Bagnolesina”. I versi <<Bagnolesina!Sei dei fiori il più bello degli odor:come il giglio in primavera – quando il sole muore a sera il profumo tu sai dar!…>> nacquero dal ricordo dell’odore che i gigli, presenti nel giardino di Gustavo Trillo, emanavano di sera. La canzone è dedicata a tutte le ragazze di Bagnoli, le quali non avevano la libertà di uscire delle loro coetanee moderne e quando potevano andavano a ballare nelle case dove Donato e i suoi amici solevano suonare. Nel dopoguerra la Rai venne a Bagnoli per fare delle riprese per un programma per gli italiani emigrati all’estero e registrò un gruppo di ragazze che intonavano l’ormai, per i nostri compaesani, famoso canto. Qualcuno ha anche pensato che Donato avesse dedicato questa canzone ad una fanciulla da lui amata, ma neppure il professore, nonostante la profonda amicizia ha mai osato domandare chi ella fosse per pudore. Proprio dal sentimento amoroso nasce “ Occhi Neri”,un’altra canzone di Donato composta per l’amata di Meloro Raffaele, che le fu portata come si usava come serenata . Giuseppe, cliente di Donato, ci racconta infine di come egli fosse timido, un ingenuo, introverso, un fanciullino. Teneva tutto dentro e il suo modo di esternare i sentimenti era costituito dalla musica. In conclusione si può dire che Bagnolesina resta con molta probabilità una delle canzoni più rappresentative del nostro paese. Ha varcato i nostri confini giungendo fino in America, grazie ad uno degli allievi di Donato Gatta, un certo “Cacchione”. Proprio quest’ultimo ha regalato una immensa emozione al compositore dei suoi versi, quando nella ricorrenza del Lunedì in Albis, un improvvisato coro di gitanti bagnolesi la intonò mentre il suddetto la suonava.

Rivivere, nel ricordo del prof Giuseppe Di Capua, la nascita di “Bagnolesina” non possiamo esimerci dal ricordare chi era il maestro Gatta e qui è venuto in nostro aiuto il nipote Matteo Momi.

Donato Gatta, dai più conosciuto come “Zi Runatu”, nasce a Bagnoli Irpino il 20 Maggio del 1909. Figlio di Gatta Vincenzo, di professione sarto e di Vivolo Filomena eredita dal padre la conoscenza della musica. Infatti il signor Vincenzo conosceva la musica e suonava vari strumenti tra cui la chitarra. Verso gli anni venti del secolo scorso Donato, grazie ai suoi studi autodidattici, era in grado di suonare la chitarra,violino e  fisarmonica. Nella prima fase della sua gioventù Donato esercitò il mestiere di barbiere, e spesso nel negozio si dilettava a suonare. Si divertiva a scrivere componimenti musicali e tra questi una delle canzoni più conosciute è appunto “Bagnolesina” . Curò anche l’arrangiamento dell’Inno a Maria Vergine Immacolata, versi del sacerdote Pescatori e musica di Satriano, intonato dalle ragazze di Bagnoli in occasione della festa della Madonna Santissima Immacolata. Circa un mese prima della festa, egli  soleva concertare le giovani fanciulle bagnolesi nella attuale sede comunale, per preparale all’evento che vede ancora oggi tutti i cittadini accorrere in piazza per ascoltare questo dolce canto. Concertò le Verginelle fino al 1988. La sera quando rincasava dal salone, in seguito divenuto profumeria, soleva sedersi accanto al focolaio e ascoltare musica classica. Amava soprattutto Giuseppe Verdi ma non disdegnava ascoltare altri compositori classici .Suonava e componeva. Molti dei suoi componimenti sono rimasti lì ,come dire “chiusi nel cassetto”. La realtà del nostro paese, così lontana da città come Milano, allora centro culturale nel campo della musica, non permise a Donato di poter proporre i suoi componimenti alle case discografiche e ciò ne pregiudicò una eventuale importante carriera. Era una realtà storica molto lontana dall’attuale, oggi basta avere un collegamento ad internet per aver il mondo a portata di click. Zi Runatu a metà degli anni ‘50 insegnò a molti ragazzi a suonare la fisarmonica, successivamente negli anni ‘80 organizzò un gruppo di fisarmonicisti con cui fece degli spettacoli nel periodo estivo nella piazza del paese. Contribuì anche all’apertura della pubblica biblioteca di Bagnoli, amava molto l’arte. Dalle notizie apprese da un suo nipote, il signor Momi Matteo, che ci ha gentilmente raccontato la vita dello zio, siamo venuti a conoscenza inoltre che Donato era un insegnante severo, non sgridava, ma ogni tanto gli scappava un ceffone (cosa normale per l’epoca nel campo dell’insegnamento), pretendeva soprattutto la serietà da parte degli allievi. In tarda età partecipò anche ad una puntata della Corrida Radiofonica, per dimostrare la sua bravura nel suonare la fisarmonica. Abbiamo chiesto al signor Matteo se anche lui avesse imparato a suonare uno strumento e che ricordo avesse del carattere dello zio. Ci ha risposto dicendo di non aver imparato a suonare alcuno strumento ma di aver ereditato dallo zio, con cui viveva la sensibilità musicale. La sera il piccolo Matteo dormiva nella parte alta della cucina e da lì era “costretto” a sentire, per sua fortuna o musica classica o melodrammi, a seconda delle serate. Donato aveva una discoteca, costituita da 33 giri, molto vasta. Il signor Momi ne conserva una parte che conta 200 dischi e anche alcune sue chitarre, per non farle disperdere.

Donato parlava poco dei suoi componimenti e soprattutto con gente competente, era una persona introversa ma dotato di una sensibilità che solo gli artisti posseggono. Nella fase giovanile portava le serenate con gli amici alle dolci fanciulle del paese.

Morì il 16 luglio del 1991 a 82 anni. Dopo gli illustri personaggi politici del novecento bagnolese, potremmo con tranquillità asserire che Zi Runatu potrebbe essere annoverato tra i personaggi illustri di Bagnoli nel campo dell’arte.

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Il gruppo musicale …

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La canzone “Bagnolesina” …

                                                                                                       

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