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Tappa a Bagnoli–Laceno: ”com’era, com’è, come sarà”

03.05.2016, La rubrica di Canale 58 (la TV del Territorio)

Bagnoli-Irpino-citta-del-tartufoTappa a Bagnoli per la rubrica ”com’era, com’è come sarà” di Marika Remodelli. Un viaggio alla scoperta della cultura e del turismo di uno dei luoghi più caratteristici della nostra regione. Tra gli ospiti il sindaco Filippo Nigro e l’architetto Gerardo Nappa.

Nel corso della trasmissione si parlerà anche del caso che ha portato Bagnoli alla ribalta nazionale: la spina di Cristo trovata insanguinata.

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IL VIDEO

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Note di Gerardo Nappa (dalla pagina fb dell’autore)

Bagnoli, un luogo ricco di storia e di cultura

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Gerardo-NappaNei giorni scorsi ho iniziato con Canale 58 (la TV del Territorio), un nuovo viaggio alla scoperta dei TESORI della nostra terra IRPINIA.

Chi mi conosce sa quanto tengo a Bagnoli Irpino e all’intera comunità. Questo luogo è ricco di storia e di cultura. Da sempre ho cercato di far conoscere le bellezze presenti in Bagnoli Irpino e di promuovere lo sviluppo di quest’area. Questo paese ha avuto un passato splendido e glorioso, che lo fecero distinguere fra tutti i Comuni vicini, e merita perciò che la sua storia sia ricordata e conosciuta da tutti. Bagnoli è stata fucina di crescita culturale con Il Laceno d’oro – dapprima Rassegna e poi Festival del Cinema neoralista e le prime edizioni si svolgono nella località Laceno, tra i monti dell’Alta Irpinia. La sede della manifestazione è suggerita da Pier Paolo Paolini al quale quel paesaggio boschivo e incontaminato ricorda la cultura contadina e i paesaggi friulani, luoghi della sua infanzia.

A Bagnoli vi sono molte opere di interesse storico, artico, monumentale ed ambientale come ad esempio:
L’ALTOPIANO LACENO
LA GROTTA DEL CALIENDO
LA GROTTA DI SAN GUGLIELMO DA VERCELLI
LA FONTANA DEL GAVITONE
CHIESA MADRE S.MARIA ASSUNTA
IL CORO LIGNEO
GIUDECCA
LA CHIESA DI SAN LORENZO Opera fondata da Sant’Amato
e il COMPLESSO MONUMENTALE DI S. DOMENICO con il convento e il chiostro di epoca rinascimentale.

COMPLESSO MONUMENTALE DI S. DOMENICO.

Questa Chiesa è molto importante, perchè l’antico Convento che vi era annesso, ora in gran parte distrutto, accolse per diversi secoli una comunità di frati Domenicani, dalla scuola dei quali uscì la maggior parte degli uomini illustri che hanno onorato il Comune di Bagnoli Irpino, nelle lettere, nelle scienze e nelle arti.
La chiesa all’origine, si chiamava S. Maria di Loreto, nel 1485, con annesso un piccolo Convento, per iniziativa delle Contesse Caracciolo e Orsini che la inaugurarono nel 1490. In seguito, per opera del bagnolese domenicano Ambrogio Salvio, la Chiesa ed il Convento annesso vennero ampliati. In tale occasione alla Chiesa venne mutato il titolo in quello di S. Domenico. Distrutta quasi interamente dal terremoto del 1694, la Chiesa venne subito ricostruita, ed invece che nello stile cinquecentesco primitivo, come si può dedurre da alcuni frammenti di capitelli, di cornici e colonne, venne adattata al barocco, lo stile allora dominante.

La chiesa presenta un elegante pronao, con sei colonne e larga trabeazione. Maestoso è il Campanile, fatto quasi esclusivamente a spese del Salvio, alto ora trenta metri con basamento a scarpata, nel quale risalta il toro, di squisito lavoro e perfezione. Oltre il basamento la cima è ottagonale. Terminava con una cuspide con globo ed una croce di ferro, che vennero abbattuti da un fulmine nel 1837.L’interno è a croce latina, con tre navate.Il soffitto della navata centrale, orizzontale come nelle basiliche è suddiviso in scomparti contornati da ricche cornici intagliate e dorate nei quali sono dipinte scene della vita di San Domenico e ritratti di Santi dell’Ordine Domenicano.L’Altare maggiore è bellissimo, composto di marmi di gran pregio e di colori svariatissimi.Il Coro è anche molto bello, di stile cinquecentesco. A destra della Cappella si passa in una Cappella più grande sede della Congregazione del Rosario. Nella Cappella seguente della Navata destra, dedicata a San Domenico, che originariamente doveva essere la più bella di tutte, ora deturpata da distruzioni e da cattivi restauri, si possono notare i resti dell’antico pavimento a maioliche, l’altare tutto in marmi pregiati, e con intarsi e mosaici anche di marmi di colorazioni diverse, con fiorami ed altri disegni che sembrano pitture. Quest’altare certamente il più bello che esiste a Bagnoli è una vera meraviglia.
Il chiostro di epoca rinascimentale rappresenta un vero gioiello di architettura in irpinia esso è elegantissimo, rettangolare , con bellissime colonne di travertino ed archi, che sostenevano il loggiato del primo piano. Nel centro di questo Chiostro esisteva una fontana alimentata da una sorgente dell’attigua Vigna dei monaci, fontana che era formata da un bel basamento, sormontato da una colonna e da una vasca di forma circolare pure in pietra. Dopo la soppressione del convento avvenuta nel 1808, venne rimossa ed adattata nella attuale Piazza Di Capua. All’interno troviamo una tela del Marco Pino da Siena, famoso pittore del XVI secolo, fu chiamato a Bagnoli Irpino dai potenti monaci domenicani che con lo studentato e la banca avevavo accumulato fama e ricchezza. Nel monastero bagnolese, il pittore realizzò un’opera monumentale datata 1556: una Madonna del Rosario circondata da stalli che raccontano la battaglia di Lepanto e la cacciata dei turchi (a cui presero parte anche condottieri bagnolesi). Il tutto è inserito in una gigantesca cornice in legno finemente lavorato e indorato dagli artisti bagnolesi dell’epoca. Il Prof. Vittorio Sgarbi è rimasto entusiasta e meravigliato nel vedere questo capolavoro della pittura.

La chiesa è stata deturpata dal tempo e dall’abbandono in cui è stata lasciata, dopo la soppressione dei conventi del 1808 ed il passaggio delle Chiese allo Stato nel 1809, a prima vista l’aspetto di questa Chiesa, nel suo interno specialmente, desta un senso di tristezza; ma l’occhio del conoscitore appassionato vi scopre i segni inconfondibili del suo antico splendore, da giustificare la passione che per essa ebbero i nostri antenati.

Agli inizi degli anni 2000 lavorai ad un progetto per il recupero e la riqualificazione del bene, elaborato nel quadro di un protocollo di intesa tra il Comune di Bagnoli Irpino e la Diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi, che aveva ottenuto anche l’approvazione della Soprintendenza e che, una volta approdato in Regione, sarebbe potuto tranquillamente rientrare nel quadro della programmazione europea. Purtroppo, da Napoli non abbiamo mai avuto un riscontro. Sono trascorsi circa 16 anni da allora e mi auguro che con i prossimi fondi strutturali 2014-2020 si possa finalmente ridare all’opera l’antico splendore».

                                                                                                       

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