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Il personaggio: Domenico Di Venuta

22.02.2016, Tratto da “Memorie storiche di Bagnoli Irpino” di A. Sanduzzi

bagnoli-irpino-collegiata-coro-ligneoDi questo celebre scultore nato nel Seicento poche notizie ci sono pervenute sia sulla sua vita, che sulle sue opere. Egli nacque qui il 28 maggio del 1687 da Tommaso e Maddalena Nicastro e la sua famiglia era di modesta origine. Fioriva ancora in quegli anni la scuola di artisti Bagnolesi in continuazione di quella, che avea dato gli artisti, che lavorarono intorno al Coro del Duomo, e quindi il De Venuta apprese fin dalla tenera età il modo sotto questi maestri paesani di manifestare la sua tendenza all’arti belle e specialmente alla scultura. Imparati sotto i maestri del luogo i primi rudimenti dell’arte, fu dalla famiglia con gravi sagrifizi mandato a Napoli a compiere gli studi, e da colà con l’aiuto e protezione del Duca Giambattista Mayorga-Strozzi, anima di artista e mecenate di tutti quelli, che si dedicavano all’arti belle, potè andare a fermarsi in Roma per diversi anni per perfezionarsi nella scultura sotto i più rinomati scultori dell’epoca, ed ispirarsi a tutti quei capolavori, che illustrano quella Città. Avendo incontrato in Roma un buon successo nella Scultura, coi risparmi, che potè fare, intraprese un viaggio nella Toscana, per studiare sull’opere degli artisti di quella regione, e specialmente dei Fiorentini, ed in Firenze si trattenne qualche tempo, ed ove compose varie sue opere, che riscossero il plauso e l’ammirazione di quanti le osservarono, e da questa Città fece ritorno in Napoli preceduto dalla fama di valente scultore in legno, ed ove compose le migliori opere, che di lui si ricordano.

Fortunatamente nel nostro Duomo si ammirano quattro statue in legno da lui scolpite, cioè il Cristo morto, che è il suo capolavoro di qui, San Lorenzo, S. Pasquale e l’Addolorata. Un’altra statua simile di San Pasquale fu mandata in Spagna a richiesta del Monarca Filippo V, che qui regnava. Si ricordano di lui, come belle, le statue di Gesù alla colonna e della Maddalena a piè della Croce, ma s’ignora ove si trovano, probabilmente in Napoli, per le cui Chiese le scolpì. Morì in questa Città onusto di gloria ma non di anni, avendo solo 57 anni quando spirò colà ai 3 febbraio del 1744. Egli avea stabilito ivi la sua dimora, e lasciò colà moglie e figli, dei quali ignorasi il destino dopo la sua morte.

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Recensione del Prof. Gerardo Pecci.

Domenico Di Venuta è uno scultore di chiara maestria e perizia tecnica ed è legato ai modi e al linguaggio stilistico di Giacomo Colombo (1663-1731), nativo di Este, ma vissuto lungamente a Napoli. Il Colombo è stato uno scultore prolifico e la sua arte ha improntato il Mezzogiorno d’Italia, da Napoli alla Puglia, alla Basilicata, con un raggio d’azione geograficamente molto ampio. La produzione di questo maestro ha trovato vasta eco nell’ambito della scultura lignea di soggetto sacro: busti-reliquiari di Santi e Sante; statue a figura intera e gruppi statuari.

Giacomo Colombo, la cui opera lignea più importante resta la bellissima Pietà nella Collegiata di Santa Maria della Pietà a Eboli, era un vero e proprio artista-imprenditore, così come lo fu Giotto nel Trecento. Egli dirigeva una vera e propria bottega di artisti, capace di soddisfare le richieste di opere d’arte lignee che inviava in quasi tutte le regioni meridionali; in particolare nel Cilento, nel Vallo di Diano, nella Capitanata. Colombo riuscì a formare un’équipe di collaboratori in grado di divulgare il proprio linguaggio stilistico con lavori di alto livello qualitativo, apprezzato dalla committenza. Fu sorretto, nella sua attività professionale, dalla lunga e assidua frequentazione del pittore Solimena, che spesso gli forniva anche idee e modelli compositivi e disegni che poi venivano “tradotti” in sculture. Ma è presente nel Colombo anche una cultura iberica, spagnola, “ tendente a un gusto espressionistico e dichiaratamente teatrale” ( L. Gaeta)

Nel pieno della maturità del linguaggio artistico del Colombo s’inserisce la figura di Domenico Di Venuta quale suo strettissimo collaboratore. Infatti, il Di Venuta “interveniva anche a eseguire parti importanti di sculture firmate dal maestro. E’ il caso del San Genuario nella cattedrale di Marsico Nuovo, firmato dal Colombo e datato 1714. ” ( F . Abbate) . Appartengono a Domenico Di Venuta:

– il busto di San Gennaro nella Cappella di San Giuseppe a Sala Consilina (Sa) e firmato: Domenico Di Venuta A.D. 1715 ;

– la Statua lignea di S. Pasquale del 1730 deposta nella chiesa di S. Pietro e Paolo, e nell’anno 1870 fu portata nella chiesa madre attuale dove è oggi.

– La statua lignea di San Martino nella chiesa parrocchiale di San Martino Vescovo in Serre che ritrae il santo in piedi, vestito dei paramenti sacri, vescovili, e attribuita dubbiosamente da Letizia Gaeta allo scultore

                                                                                                       

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